Sabato, il vertice sul Quirinale Berlusconi lo ha fatto, ma in remoto. Prima ha incontrato i gruppi parlamentari di Forza Italia, con alcuni partecipanti che avevano fatto trapelare la notizia che l'ex cavaliere non aveva ancora deciso se candidarsi o meno.
Subito dopo, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, aveva dichiarato che il suo partito non avrebbe appoggiato una candidatura di Mario Draghi al colle, definendolo "inamovibile" da Palazzo Chigi, perché nel governo non ci dovranno essere né rimpasti, né nuovi ingressi.
Poi, sempre in remoto, si è svolta la riunione tra il leader del centrodestra... ma senza Berlusconi, sostituito da Licia Ronzulli chei presenti ha letto il seguente comunicato:
"Sono davvero grato, dal profondo del cuore, alle molte migliaia di italiane e italiani che, in questi giorni, mi hanno manifestato affetto, sostegno e incoraggiamento da quando il mio nome è stato indicato per la Presidenza della Repubblica.Sono grato in particolare alle forze politiche del centro-destra che hanno voluto formulare la mia candidatura, ai tanti parlamentari di tutti gli schieramenti che hanno espresso il loro appoggio e il loro consenso, agli importanti esponenti politici stranieri, in particolare ai vertici del Partito Popolare Europeo, che si sono pronunciati a favore di questa proposta.Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra, ho verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione.E’ un’indicazione che mi ha onorato e commosso: la Presidenza della Repubblica è la più Alta carica delle nostre istituzioni, rappresenta l’Unità della Nazione, del Paese che amo e al servizio del quale mi sono posto da trent’anni, con tutte le mie energie, le mie capacità, le mie competenze.Nello stesso spirito, ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale, ho riflettuto molto, con i miei familiari ed i dirigenti del mio movimento politico, sulla proposta ricevuta.L’Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione, intorno allo sforzo per combattere la gravissima emergenza sanitaria, per far uscire il paese dalla crisi.La Nazione riparte nei momenti difficili se tutti sappiamo trovare, come avvenne nel dopoguerra, un senso comune di appartenenza nella nostra democrazia, superando le lacerazioni e al di là delle legittime ed anzi necessarie distinzioni.Per queste ragioni sono stato il primo a volere un governo di Unità Nazionale che raccogliesse le migliori energie del Paese, e che – con il concorso costruttivo anche dell’opposizione – è servito ad avviare un percorso virtuoso che oggi più che mai, alla luce della situazione sanitaria ed economica, deve andare avanti. Per questo considero necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al PNRR, proseguendo il processo riformatore indispensabile che riguarda il fisco, la giustizia, la burocrazia.In questo stesso spirito, ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica.Continuerò a servire il mio Paese in altro modo, come ho fatto in questi anni, da leader politico e da Parlamentare Europeo, evitando che sul mio nome si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi.Da oggi lavoreremo quindi con i leader del centro-destra – che rappresenta la maggioranza nel Paese ed a cui spetta l’onere della proposta - per concordare un nome in grado di raccogliere un consenso vasto in Parlamento.Occorre individuare una figura capace di rappresentare con la necessaria autorevolezza la Nazione nel mondo e di essere garante delle scelte fondamentali del nostro Paese nello scenario internazionale, l’opzione europea e quella atlantica, sempre complementari e mai contrapponibili, essenziali per garantire la pace e la sicurezza e rispondere alle sfide globali.Spero che il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni sappiano compiere questa scelta nel tempo più breve possibile e con un’ampia convergenza".
Soddisfatto Salvini, meno la Meloni per il passaggio su Draghi, il cui governo dovrebbe andare a fine legislatura. Com'è noto, la statista della Garbatella auspica la caduta di questo esecutivo e il ricorso alle urne: opzione che con Draghi al Quirinale diverrebbe quasi certa.
A questo punto, non rimane che attendere il nome, o i nomi, che Salvini ha anticipato che stava preparando. Non è da escludere il ricorso a personaggi alla Pierferdinando Casini che potrebbero persino essere ritenuti spendibili pure dal Partito Democratico. In quel caso, invece di Berlusconi, al Quirinale avremmo il suo autista, per come lo descriveva Neri Marcorè in una serie di fortunatissimi sketch.
Comunque, lunedì è alle porte e dalle prime votazioni inizieremo a saperne di più.