Non sappiamo se la Venere-influencer ci andrà in bicicletta dimenticandosi il Colosseo alle sue spalle, stretta nella minigonna del suo tailleur blu da catalogo Postalmarket, oppure direttamente in motoscafo da Capri. Comunque, per rappresentare «l'eccellenza dell'italianità» quella ragazza in stato di alterazione da photoshop, mal disegnata (non certo da Botticelli) con un collage kitsch, approderà come prima tappa promozionale a Dubai, negli Emirati. Pronta a raccontare agli sceicchi quanto è buona la pizza napoletana ingurgitata sul lago di Como e com'è bello farsi un selfie in una piazza san Marco spettralmente vuota se si sfoggia un «outfit elegante»...
Così Arianna Di Genova, su il Manifesto, ha commentato la campagna voluta dalla ministra del Twiga, anzi no del Turismo, Daniela Santanchè, che per promuovere il turismo in Italia ha scelto come testimonial Simonetta Cattaneo Vespucci a cui, secondo tradizione, apparterrebbe il volto riprodotto da Botticelli per la sua famosa Venere, che adesso è diventata la testimonial per rappresentare l'Italia nel mondo.
La povera Simonetta di ieri è stata così trasformata in una influencer di oggi che, fotocopiando gli scatti della Ferragni, nonostante sia affetta da un torcicollo o da una scoliosi permanenti, si fa riprendere mentre mangia la pizza su una terrazza sul lago di Como, mentre si fa un selfie in piazza San Marco, mentre regge una bicicletta con alle spalle il Colosseo... insomma una "virtual influencer" del kitsch, nata dal (pessimo) gusto dell'agenzia pubblicitaria Armando Testa.
“La campagna – ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanchè – serve per "vendere" la nostra Nazione e le nostre eccellenze, in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d'ora: un video che sarà su tutte le ferrovie, le televisioni e gli aeroporti, con la consapevolezza che la pubblicità è l'anima del commercio – e noi dobbiamo saper vendere l'Italia. La Venere del Botticelli, allora, simbolo della rinascita e della primavera che fiorisce dopo il rigido inverno pandemico, è la testimonial d'eccezione che ci prende per mano e ci accompagnerà lungo questo percorso.”
La campagna è supportata dal claim "Open to meraviglia" che comparirà insieme all'influencer virtuale sugli "scorci fortemente rappresentativi delle bellezze del sud, del centro e del nord Italia ... sulla base delle visite che la Venere compirà nei Comuni e nelle Regioni che decideranno di aderire alla campagna digitale, che vivrà nel profilo Instagram venereitalia23, nel sito Italia.it e nelle altre piattaforme social".
Di sicuro, però non vivrà nel sito Open to meraviglia (opentomeraviglia.it)!
Ecco perché...
Ore 20:00. Due consulenti di marketing (ed un ingegnere!) si trovavano a Parigi in un teatro in attesa dell'inizio di un concerto. Sono qui perché amano integrare al lavoro momenti di felicità.Ore 20:03. Filippo (uno dei consulenti) è intento a spippolare sul suo smartphone scorrendo le notizie e i post del giorno, quando all'improvviso sobbalza sulla sedia: “Oibò, ma il dominio opentomeraviglia.it è libero!”Ore 20:04. A quel punto Gaia (l'altra che è fissata con i modelli di business...) presa da uno spontaneo e naturale entusiasmo, si alza dalla sedia ed urla “Registralo subito!”. Il resto è storia.
In sostanza, il mitico claim della campagna della Santanchè è stato annunciato al mondo senza che fosse registrato come domino e così ci ha pensato una piccola azienda di consulenze a soffiarglielo.
Per una campagna promozionale un bell'inizio... disastroso, come più disastroso non potrebbe essere. Forse persino peggiore di Italia.it di cui all'epoca ci deliziò Rutelli.
A proposito... per fare questo disastro la Santanchè ha speso 9 milioni di euro.