"... Lasciamoci pure afferrare dallo sgomento perché un giovane politico di sinistra debba dire castronerie sull'apartheid in Israele ed esorti al boicottaggio sistematico dei prodotti israeliani; chiediamoci ancora una volta perché un leader democratico debba tessere l'elogio dei tiranni e dei tagliagole che vogliono annientare l'unica democrazia del Medio Oriente.Deve essere una maledizione, la sinistra che non riesce a liberarsi degli stereotipi più consunti, che precipita sempre nello stesso errore, che fa suoi i furori dell'antisionismo più cieco oramai strettamente intrecciato, fino alla fusione in molti casi, con l'antisemitismo di marca antica.Sarà pure un ribelle, il giovane presidente cileno, ma non riesce proprio a ribellarsi alle idiozie e ai luoghi comuni con cui una sinistra ammuffita, dogmatica, così poco liberale tratta con odio la democrazia di Israele."... 

Questo è quanto ha scritto Pierluigi Battista sull'Huffpost (dove è approdato dal Corriere un anno fa) in relazione alla netta e chiara presa di posizione del nuovo presidente del Cile, Gabriel Boric, contro la politica di apartheid nei confronti del popolo palestinese messa in atto da anni da parte di Israele.

Il giornalista, titolo poco adatto in base a quanto lui dichiara, accusa Boric e una "fantomatica" sinistra di essere illiberali, ammuffiti, dogmatici e persino antisemiti perché antisionisti... solo per aver ricordato ciò che da anni accade nello Stato ebraico e che in base a ciò è necessario agire, con gli strumenti che le democrazie mettono in atto da sempre, in situazioni analoghe: sanzioni, boicottaggi, disinvestimenti.

Perché dire che Israele pratica l'apartheid sarebbe una castroneria?

Il giornalista Battista non lo spiega, eppure potrebbe farlo per convincere chi la pensa in maniera opposta. Soprattutto perché chi la pensa in maniera opposta ha il supporto di almeno un paio di rapporti (uno dell'ESCWA, l'altro di Human Rights Watch) che dimostrano perché lo Stato ebraico di Israele applichi e promuova l'apartheid nei confronti di arabi israeliani e palestinesi.

I rapporti, per la tranquillità di Battista, sono realizzati sulla base di ciò che i trattati internazionali su diritti umani e apartheid - riconosciuti per altro dall'Italia - dicono, specificando quando e perché uno Stato, a causa delle sue leggi, violi i diritti di una minoranza. Facendo riferimento a tali norme, in quei rapporti sono elencate le leggi discriminatorie promosse dal governo di Israele a livello nazionale e dalle municipalità di molte città a livello locale. Si tratta di fatti e non di accuse campate in aria.

E come se non bastasse è discriminatoria pure la legge di ispirazione costituzionale definita "Stato - Nazione" che implicitamente afferma che in Israele possano godere di pieni diritti solo i cittadini di religione ebraica.

E se un presidente eletto in Cile non è così ipocrita da nascondere la verità sbattendola in faccia anche agli ebrei cileni, per tale motivo starebbe tessendo "l'elogio dei tiranni e dei tagliagole che vogliono annientare l'unica democrazia del Medio Oriente"? Ma il giornalista Battista si dimentica che anche il Sud Africa dell'apartheid era una democrazia e che una democrazia può comunque mettere in atto un regime di apartheid, in qualunque forma si applichi.

L'apartheid in Sud Africa è stato fermato solo applicando sanzioni a tutti i livelli, anche per le manifestazioni sportive. Perché Israele dovrebbe smettere di negare i diritti ad un popolo, cosa che avviene da ben oltre cinquant'anni, quando nessuno glielo impedisce? Se il giornalista Battista avesse la pazienza di spiegarlo, potrebbero capirlo anche quelli che la pensano come il presidente Boric. 

E per chiarezza, perché quelli come il giornalista Battista non capiscono o fanno finta di non capire, sbattere in faccia ad Israele le sue colpe non ha nulla a che vedere con il fatto che gli israeliani siano ebrei, ma solo con il fatto che stanno commettendo dei crimini contro l'umanità e questo non deve essere permesso a nessuno... neppure agli ebrei.