Non è passato inosservato il brutto episodio che ha visto protagonista Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e uomo di punta della sinistra. Un ‘gestaccio’ che ha suscitato un’ondata di polemiche e discussioni, logicamente tra la gente comune e quelli di destra, culminando nelle scuse tardive del politico. Ma, come si suol dire, “meglio tardi che mai”, anche se la figuraccia resta tutta, senza se e senza ma, come si conviene a quelli di sinistra.

Il gesto incriminato, un’inopinata tirata di capelli alla giornalista di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici, è stato immortalato dai video che hanno immediatamente fatto il giro di tutto il mondo. La giornalista, che stava intervistando Prodi durante l’evento, aveva posto una domanda riguardante il Manifesto di Ventotene, e la sua richiesta non era certo stata accolta con il sorriso del politico. Dopo una replica stizzita e sgarbata, Prodi ha afferrato i capelli della giornalista con un gesto che, purtroppo, non ha nessuna ‘scusa’!

A fronte della reazione pubblica e delle crescenti polemiche, l’ex premier ha deciso di fare chiarezza attraverso una nota ufficiale.

“Il gesto che ho compiuto appartiene a una mia gestualità familiare”, ha dichiarato Prodi, cercando di sdrammatizzare l’incidente. Ma il tentativo di giustificare l’azione come un’abitudine “meccanica” e radicata nella sua famiglia non ha convinto molti, soprattutto considerando che l’episodio è avvenuto in un contesto pubblico e mediatico. “Mi sono reso conto, vedendo le riprese, di aver trasportato quasi meccanicamente quel gesto in un ambito diverso”, ha aggiunto il politico, ammettendo l’errore.

Sebbene Prodi abbia sottolineato che non c’era alcuna intenzione di aggredire o intimidire la giornalista, la percezione pubblica di un atto di aggressione, seppur non violento, è stata difficile da evitare.

Le scuse di Prodi arrivano con un certo ritardo, dopo giorni di discussioni alimentate dalla stessa Orefici, che aveva confermato la versione dei fatti con l’aggiunta della dichiarazione sulla tirata di capelli, immortalata dai video.

In una nota aggiuntiva, Prodi ha anche preso occasione per una riflessione sul contesto mediatico e sociale attuale: “Penso sia un diritto di ciascuno, non importa affatto quale ruolo abbia ricoperto nella vita, rivendicare la propria storia e la propria onorabilità e non accettare la strumentalizzazione e persino la derisione dilaganti, anche grazie alla potenza della Rete.” Una riflessione, forse, più amara che sentita, ma che ha provato a mitigare il danno all’immagine del politico.

Tuttavia, anche se alla fine le scuse sono arrivate, la figura di Romano Prodi ne esce comunque scalfita da questo bruttissimo incidente, che va a fare il paio con lo sciagurato passaggio dalla Lira all’Euro che di fatti dimezzò salari e pensioni, risparmi e valore degli immobili degli italiani e di cui ancora oggi ne paghiamo le gravi conseguenze!

Certa politica è distante anni luce dalla gente comune, e certi comportamenti rischiano di mettere in luce un lato che difficilmente si concilia con l’immagine di chi, per anni, ha ricoperto cariche istituzionali di grande responsabilità.

Un fatto è certo. Se le scuse, dopo aver negato l’episodio dichiarando che invece di una tirata di capelli si trattava di una mano posata sulla spalla, gesto ugualmente grave, sono un passo avanti verso un mea culpa arrivato a scoppio ritardato, l’episodio resterà comunque scolpito a caratteri cubitali negli annali della politica italiana!