Gregorio Scribano, social media manager ed esperto di comunicazione e informazione tecnologica, è uno dei più autorevoli esperti di giornalismo partecipativo, che ha seguito da vicino le dinamiche politiche ed economiche che influenzano le scelte strategiche delle varie nazioni. In questa intervista, esploriamo con lui le conseguenze dei cambiamenti politici del 2024 sul panorama energetico globale, cercando di delineare gli scenari futuri.

Il 2024 si è rivelato un anno di grandi cambiamenti politici, sia in Europa che negli Stati Uniti. Quale sarà, a suo avviso, la trasposizione politica di queste trasformazioni nel panorama energetico?

Il cambiamento politico influenza profondamente il settore energetico, poiché determina le strategie di investimento, le regolamentazioni e gli incentivi per la transizione ecologica. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, possiamo aspettarci un rallentamento degli investimenti sulle rinnovabili negli Stati Uniti, a favore di un ritorno ai combustibili fossili e alla politica di indipendenza energetica nazionale. In Europa, il motore franco-tedesco sta attraversando un periodo di incertezza, e questo potrebbe impattare le politiche comuni sull’energia. L’Italia, inaspettatamente, si trova in una posizione di stabilità e potrebbe giocare un ruolo chiave nel ridisegnare le strategie europee, specialmente nel Mediterraneo.

Guardando ai prossimi trent’anni, quali fonti energetiche avranno il predominio? Sarà ancora una questione di materie prime o la tecnologia cambierà le regole del gioco?

Il futuro dell’energia non sarà determinato esclusivamente dalle materie prime tradizionali, ma dalla capacità di sfruttare le innovazioni tecnologiche. La fusione nucleare, la digitalizzazione e la gestione avanzata delle reti energetiche cambieranno le dinamiche del settore. Tuttavia, non possiamo ignorare il ruolo che avranno ancora per decenni le fonti fossili, soprattutto in economie emergenti e nei paesi produttori. La sfida sarà trovare il giusto equilibrio tra transizione energetica e sicurezza degli approvvigionamenti.

In un mondo sempre più interconnesso, conteranno più le infrastrutture fisiche come le navi che trasportano le merci, o le reti digitali che trasmettono dati e potenza di calcolo?

Entrambe le dimensioni saranno cruciali. Le reti digitali consentiranno un’efficienza senza precedenti nella gestione dell’energia, dall’intelligenza artificiale che ottimizza i consumi alla blockchain per la certificazione della provenienza delle risorse. Tuttavia, la logistica fisica non potrà essere trascurata: il commercio globale dipende ancora dai trasporti marittimi e dagli oleodotti. Le due realtà non sono in competizione, ma complementari: l’innovazione digitale migliorerà anche la logistica e la distribuzione delle risorse fisiche.

Come cambierà il comportamento dei leader politici nei diversi paesi di fronte a queste sfide energetiche? Prevarrà il voto popolare o la gestione tecnica del potere?

I leader dovranno muoversi tra il consenso elettorale e le esigenze pragmatiche della gestione energetica. Le elezioni influenzano le politiche di breve termine, ma le decisioni energetiche richiedono visione e continuità. Laddove il voto popolare premierà strategie a lungo termine, vedremo investimenti stabili e crescita sostenibile. Al contrario, laddove prevarranno scelte demagogiche, ci saranno più rischi di instabilità e ritardi nella transizione energetica.

In questo scenario, l’Italia sembra essere diventata un punto di riferimento in Europa. Come cambieranno gli equilibri nel settore energetico?

L’Italia ha acquisito una nuova centralità, grazie ad una gestione politica più stabile e a un posizionamento strategico tra Europa, Mediterraneo e Nord Africa. La sicurezza energetica è un tema prioritario, e il nostro paese può giocare un ruolo da protagonista diversificando le fonti di approvvigionamento e investendo nelle rinnovabili. Eni, per esempio, sta puntando su soluzioni innovative come la fusione a confinamento magnetico, che potrebbe rappresentare una svolta storica.

Guardando al futuro, è possibile prevedere con certezza il corso dell’energia e della politica?

La storia non segue una linea retta, ma procede a salti. Possiamo analizzare le tendenze, stimare le probabilità e progettare scenari, ma il destino ha sempre un elemento di imprevedibilità. Come diceva Schopenhauer, il nostro piano è sempre condizionato dalle mosse dell’avversario o dagli imprevisti della vita. Tuttavia, ciò non significa che dobbiamo affidarci al caso: il progresso è guidato da scelte strategiche e leadership capaci. Oggi abbiamo la tecnologia e le risorse per costruire un futuro energetico sostenibile, ma servirà la volontà politica per trasformarlo in realtà.