In un’epoca in cui la crisi dell’informazione e la perdita di credibilità dei media mettono a rischio il ruolo stesso del giornalismo, il Dottor Gregorio Scribano, considerato il padre del giornalismo partecipativo e civico in Italia, offre una riflessione su come rinnovare il mestiere e restituirgli la sua funzione primaria: servire il pubblico e le comunità.

Negli ultimi anni, il giornalismo tradizionale ha perso terreno, soffrendo per la diffusione della disinformazione, la riduzione della qualità dei contenuti e la crescente dipendenza dai meccanismi della viralità sui social media. I cittadini, sempre più diffidenti verso i media mainstream, si affidano a fonti alternative, spesso prive di verifiche adeguate. Come rispondere a questa crisi? Come ridare autorevolezza all’informazione?

Scribano sottolinea come una possibile soluzione possa derivare dalla collaborazione tra giornalisti e cittadini. Due modelli emergono come strumenti di rinnovamento: il citizen journalism (giornalismo partecipativo) e il civic journalism (giornalismo civico). Sebbene spesso confusi, questi approcci presentano differenze sostanziali.

Il citizen journalism è nato dall’avvento del web 2.0 e dei social media, consentendo ai cittadini di diventare produttori diretti di contenuti senza la mediazione di professionisti. Blog, piattaforme di condivisione e social network hanno democratizzato la produzione di notizie, ma al prezzo di una minore affidabilità e di una diffusione più veloce di notizie non sempre verificate.

Il civic journalism, invece, affonda le sue radici negli anni ‘90 negli Stati Uniti ed è stato teorizzato come un modo per ridare centralità al ruolo del giornalismo nella vita pubblica. Secondo la definizione di David K. Perry, il giornalismo civico è «il tentativo di abbandonare l’idea che i giornalisti e il loro pubblico siano spettatori nei processi politici e sociali». In questa visione, il giornalista non è un semplice narratore, ma un facilitatore che coinvolge le comunità nella costruzione di un’informazione partecipata, basata su dati, testimonianze e contributi verificabili.

Per Scribano, il giornalismo deve tornare ad occuparsi di temi fondamentali per le comunità: l’ambiente, la salute pubblica, la legalità. Il civic journalism, basato su un modello collaborativo e di crowdsourcing, consente ai cittadini di diventare parte attiva del processo informativo, pur lasciando ai professionisti il compito di rielaborare, verificare e contestualizzare i dati raccolti. Questo approccio non solo riduce il rischio di disinformazione, ma riavvicina le persone alla vita democratica e sociale.

Guardando al futuro, Scribano evidenzia l’importanza di creare piattaforme ibride, in cui giornalisti e cittadini possano lavorare insieme per produrre un’informazione di qualità, fondata su trasparenza e partecipazione. Solo così il giornalismo potrà riconquistare la fiducia del pubblico e riaffermare il suo ruolo di servizio alla società.