Priti Patel, segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, si è recata a Kigali, capitale del Ruanda, dove giovedì ha firmato un accordo di partnership presentato in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ruandese, Vincent Biruta. 

Che cosa prevede l'accordo? Che chiunque, a partire dal 1  gennaio di quest'anno, arrivi illegalmente sul suolo britannico potrà essere trasferito in Ruanda. Non è ancora chiaro il criterio alla base dell'attuazione di tale piano, in compenso, il premier Boris Johnson ha dichiarato che potranno essere decine di migliaia i migranti che potrebbero essere trasferiti, non su base volontaria, nell'Africa orientale. 

 Sempre Johnson ha dichiarato che la decisione ha l'obiettivo di arginare le reti del traffico di esseri umani e del flusso di migranti attraverso il canale della Manica.

Forti perplessità sono state espresse da opposizione e ong. Questa la nota con cui l'Unhcr ha commentato l'iniziativa del governo britannico.

A seguito di annunci pubblici fatti ieri, l'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha espresso forte opposizione e preoccupazione per i piani del Regno Unito di esternalizzare i suoi obblighi di asilo e ha esortato il paese ad astenersi dal trasferire richiedenti asilo e rifugiati in Rwanda per l'esame delle richieste di asilo.“L'UNHCR rimane fermamente contraria ad accordi che cercano di trasferire rifugiati e richiedenti asilo in paesi terzi, in assenza di salvaguardie e standard sufficienti. Tali accordi non fanno altro che spostare le responsabilità riguardanti l'asilo, eludono gli obblighi internazionali e sono contrari alla lettera e allo spirito della Convenzione sui Rifugiati”, ha detto Gillian Triggs, Assistente Alto Commissario dell'UNHCR per la Protezione.“Le persone che fuggono da guerre, conflitti e persecuzioni meritano compassione ed empatia. Non dovrebbero essere scambiate come merci e trasferite all'estero per l'esame della loro richiesta di asilo”.L'UNHCR ha esortato entrambi i paesi a ripensare i piani. Ha anche avvertito che invece di dissuadere i rifugiati dal ricorrere a viaggi pericolosi, questi accordi di esternalizzazione non faranno altro che aumentare i rischi, inducendo i rifugiati a cercare canali alternativi, ed esacerbare le pressioni sugli stati in prima linea.Sebbene il Rwanda abbia generosamente fornito un rifugio sicuro ai rifugiati in fuga da conflitti e persecuzioni per decenni, la maggior parte vive in campi con un accesso limitato alle opportunità economiche. L'UNHCR ritiene che le nazioni più ricche debbano mostrare solidarietà nel sostenere il Rwanda e i rifugiati che già ospita, e non il contrario.Il Regno Unito ha l'obbligo di garantire l'accesso all'asilo a coloro che cercano protezione. Le persone a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato possono essere integrate, mentre coloro che non hanno bisogni di protezione internazionale e non hanno altre basi legali per rimanere nel paese, possono essere rimpatriati in sicurezza e dignità nel loro paese d'origine.Il Regno Unito, invece, sta adottando provvedimenti che abdicano la responsabilità ad altri e quindi minacciano il regime internazionale di protezione dei rifugiati, il quale ha resistito alla prova del tempo e ha salvato milioni di vite nel corso di decenni.Il Regno Unito ha sostenuto il lavoro dell'UNHCR molte volte in passato, e sta fornendo importanti contributi che aiutano a proteggere i rifugiati e a sostenere paesi in conflitto come l'Ucraina. Tuttavia, il sostegno finanziario all'estero per alcune crisi di rifugiati non può sostituire la responsabilità degli stati e l'obbligo di ricevere i richiedenti asilo e proteggere i rifugiati sul proprio territorio – indipendentemente dalla razza, dalla nazionalità e dal canale di ingresso.Mentre l'UNHCR riconosce le sfide poste dalle migrazioni forzate, i paesi sviluppati ospitano solo una frazione dei rifugiati globali e sono ben equipaggiati per gestire le richieste di asilo in modo umano, equo ed efficiente.