La Camera, nella mattina del 19 giugno, ha approvato in via definitiva il disegno di legge S. 615: Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Il presente provvedimento definisce i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e per la modifica e la revoca delle stesse, nonché le relative modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una Regione, nel rispetto delle prerogative e dei Regolamenti parlamentari (articolo 1, comma 1)1.

Inoltre, definisce l’attribuzione di funzioni relative a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali, che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, che è consentita subordinatamente alla determinazione, nella normativa vigente alla data di entrata in vigore del presente provvedimento, o sulla base della procedura di cui all’articolo 3,2 dei relativi livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, ivi compresi quelli connessi alle funzioni fondamentali degli enti locali, nel rispetto dell’articolo 1, comma 793, lettera d), della legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio 2023)3 (articolo 1, comma 2, primo periodo).

Il trasferimento delle funzioni, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, concernenti materie o ambiti di materie riferibili ai LEP, di cui all’articolo 3,4 può essere effettuato, secondo le modalità e le procedure di quantificazione individuate dalle singole intese, soltanto dopo la determinazione dei medesimi LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard, nei limiti delle risorse rese disponibili nella legge di bilancio (articolo 4, comma 1, primo periodo).

Qualora dalla determinazione dei LEP di cui al punto precedente derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si può procedere al trasferimento delle funzioni solo successivamente all’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie volte ad assicurare i medesimi livelli essenziali delle prestazioni sull’intero territorio nazionale, ivi comprese le Regioni che non hanno sottoscritto le intese, al fine di scongiurare disparità di trattamento tra Regioni, coerentemente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica e con gli equilibri di bilancio, (articolo 4, comma 1,
secondo periodo).

Il trasferimento delle funzioni relative a materie o ambiti di materie diversi da quelli di cui al comma 1, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, può essere effettuato, secondo le modalità, le procedure e i tempi indicati nelle singole intese, nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente, dalla data di entrata in vigore della presente legge (articolo 4, comma 2).


In sostanza, la legge del ministro Calderoli - già autore di una porcata in base a sua stessa ammissione - è un'ulteriore porcate che, in teoria, assegna alle regioni ulteriori competenze oltre a quelle già assegnate in passato nel 2001, che hanno avuto come conseguenza una crisi nella gestione della Sanità pubblica, ammessa anche dall'attuale governo che poco prima delle elezioni europee è intervenuto seppure con misure di sola natura elettorale. 

In ogni caso, dal punto di vista logico, la contraddizione è evidente da parte del governo Meloni: da una parte ammetti che il decentramento della Sanità è un disastro, dall'altra attui un provvedimento che assegna alle regioni ancora più competenze nella gestione dei servizi agli italiani. 

Ci sono delle evidenze che possano smentire il disastro che la nuova porcata di Calderoli si appresta a generare? Non ci viene spiegato dalla maggioranza, mentre dai tecnici - ad esempio SVIMEZ - si afferma che l'autonomia differenzia è un rischio enorme, una prospettiva che non solo è pessima per il Sud ma indebolirà la capacità competitiva del Paese. (Luca Bianchi, direttore generale SVIMEZ).

Ma per Giorgia Meloni, l'approvazione della legge corrisponde a... "Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull'autonomia differenziata approvato alla Camera. Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini".

Non c'è bisogno che Meloni ci spieghi perché con la legge Calderoli ci sarà più autonomia, invece sarebbe stato interessante se ci avesse dimostrato come coesione e solidarietà potranno concretizzarsi. Quando afferma che oggi esistono tra i territori differenze nei livelli essenziali delle prestazioni, come è possibile che questi possano essere risolti dalle regioni messe in competizione le une con le altre, quando non vi è riuscito lo Stato? E con che soldi? 

Il tema dei quattrini è centrale nella legge appena approvata, perché - in teoria - non potrebbe e non dovrebbe essere applicata finché non siano stanziati i soldi per garantire i cosiddetti LEP. Il condizionale è d'obbligo, perché con questa gente al governo non c'è da meravigliarsi di nulla.

L'altra gamba dell'estrema destra al governo, Matteo Salvini, ha commentato così l'approvazione della legge: "Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!"

Anche in questo caso - e considerando da chi provengono tali parole - attendersi delle spiegazioni è addirittura impensabile.

Questi alcuni commenti dalle opposizioni...

Nicola Fratoianni (AVS): "La destra non ha avuto il coraggio di approvare l'autonomia differenziata alla luce del sole, costringendo l’Aula di Montecitorio a votare durante tutta la notte.
Perché sanno che gli italiani e le italiane non sono d'accordo con loro, con il loro cinico progetto dello SpaccaItalia, che peggiorerà le disuguaglianze e la condizione di milioni di persone, soprattutto nel sud e nelle aree interne e periferiche.
E non contenti, hanno pure festeggiato, sventolando le bandiere padane all'interno del Parlamento italiano. Una vergogna.
L'Italia e gli italiani non meritano questo sfregio".

Partito Democratico: "La destra approva l'autonomia differenziata. Uno sfregio all'unità nazionale, un colpo durissimo al sud, un baratto ignobile fra i sedicenti patrioti di fratelli d'Italia e la Lega sulla pelle dei cittadini. Dopo una seduta durata tutta la notte abbiamo alzato i tricolori e intonato l'inno d'Italia. Perché resti chiaro nella storia: possono imporre la dittatura della maggioranza, ma l'Italia resta una e indivisibile. Continuiamo la battaglia unitaria in Parlamento e in piazza. Viva l'Italia che resiste".

Giuseppe Conte (M5s) sottolinea la "coerenza" politica di Giorgia Meloni: "Fratelli d’Italia, pur di portare a casa il premierato, ha ceduto allo scambio con la Lega e all’approvazione dell’autonomia differenziata che spacca il Paese. Si fanno chiamare Fratelli d'Italia ma poi dividono gli italiani in serie a, b, c. Giorgia Meloni oggi vogliamo ricordarla così..."

Che questa gente sia senza vergogna è inutile ripeterlo.

Adesso, nel caso tale legge diventi realtà (se la condizione dei LEP verrà rispettata l'applicazione è ad oggi praticamente impossibile), non solo per le imprese sarà un caos aprire delle filiali in più regioni, ma anche per i consumatori sarà importante, al momento di fare un acquisto, chiedersi dove una merce sia stata prodotta e se sia il caso finanziare un'azienda che risieda in un'altra regione, perché in quel caso finirebbero per definanziare i servizi locali di cui devono usufruire.

I LEP, pertanto, potranno già farli i consumatori al momento degli acquisti. A questo Calderoli aveva pensato?