Alle 10:30 ora locale, Brenda Marjorie Hale, baronessa di Richmond altrimenti nota come Lady Hale, ha pronunciato, in qualità di presidente della Corte Suprema della Gran Bretagna, la sentenza definitiva della corte da lei presieduta in relazione al fatto che la decisione di Boris Johnson di sospendere l'attività del Parlamento per ben cinque settimane fosse da considerarsi o meno legittima.

La sentenza presa dagli undici giudici della Corte Suprema è stata unanime: la sospensione del Parlamento chiesta dal premier Johnson alla regina è da considerarsi "illegittima, nulla e senza effetto".

Pertanto, la "proroga" - così viene definita la sospensione - è da considerarsi invalidata, come se non fosse mai stata dichiarata, ed il Parlamento, in base alla decisione degli speaker della Camera dei Lord e della Camera dei Comuni, potrà riprendere la propria attività fin da subito.

A tal proposito, vale la pena riportare la dichiarazione dello speaker della Camera dei Comuni, John Bercow: "Accolgo con favore la sentenza della Corte suprema secondo cui la proroga del Parlamento era illegale. I giudici hanno respinto l'affermazione del Governo, secondo cui chiudere il Parlamento per cinque settimane era semplicemente una decisione normale prima di un nuovo discorso della regina.

Nel giungere alla loro conclusione, i giudici hanno rivendicato il diritto e il dovere del Parlamento di riunirsi in questo momento cruciale per poter giudicare l'azione dell'esecutivo e dei suoi ministri. Come incarnazione della nostra democrazia parlamentare, la Camera dei Comuni deve essere convocata senza alcun indugio. A tal fine, consulterò immediatamente i leader dei vari gruppi".

Le dichiarazioni delle opposizioni sono a dir poco raggianti e in tutte si arriva alla stessa identica conclusione: l'invito a Boris Johnson a dimettersi all'istante per aver "ingannato" la regina nel concedere la proroga del Parlamento con l'intento, invece, di tappare la bocca ai rappresentanti del popolo.

Probabilmente, Johnson si aspettava che la Corte Suprema pronunciasse una sentenza in cui avrebbe dichiarato di non poter decidere sulla materia, perché di natura esclusivamente politica.

Ma così non è avvenuto. Al contrario, Lady Hale, nel pronunciare la sentenza ha detto che il Governo non è stato in grado di motivare le ragioni della chiusura del Parlamento per ben cinque settimane e che tale periodo di tempo non può essere considerato plausibile, come fattore consuetudinario e tecnico, prima di un nuovo discorso della regina.

La decisione della Corte Suprema, insieme alla sua motivazione, è sicuramente senza precedenti e, pertanto, si aspetta adesso la reazione di Downing street che, in ogni caso, aveva già dichiarato che avrebbe rispettato la sentenza, anche se da più parti si faceva ventilare l'ipotesi di una incredibile richiesta di una nuova ulteriore proroga.

Ma dopo le parole di Lady Hale, una scelta simile avrebbe dell'assurdo, oltre al fatto che sembrerebbe persino incredibile che la regina decidesse di concederla nuovamente.

Che la posizione di Johnson sia adesso poco sostenibile, non lo provano solo le parole del leader laburista Jeremy Corbyn che lo invita a dimettersi e ad indire nuove elezioni, ma soprattutto quelle di un "brexiteer" convinto come Nigel Farage che descrive la decisione del primo ministro di sospendere il Parlamento come "la peggiore decisione politica di sempre", incolpandone però il suo consigliere capo, Dominic Cummings, indicando lui come unico responsabile, creando così una possibile via d'uscita per Johnson da una situazione ben più che imbarazzante e, quasi, del tutto insostenibile.