Così Trump ha commentato le conclusioni dell'inchiesta del Consigliere speciale Mueller che lo scagionano da qualsiasi responsabilità in relazione al cosiddetto Russiagate.

Poiché l'inchiesta era stata commissionata dal Dipartimento di Giustizia, Mueller ha consegnato il suo rapporto nelle mani del nuovo ministro della Giustizia, William Barr, che ne ha letto e valutato il contenuto insieme al suo vice, Rod Rosenstein.

Entrambi hanno riportato le conclusioni di Mueller riassumendole in quattro pagine dove si dichiara che riguardo a collegamenti con la Russia da parte di Trump e del suo staff non ci sono prove.

L'altro aspetto dell'inchiesta riguardava la possibilità che Trump avesse potuto ostacolare il corso della giustizia. In questo caso, Barr e Rosenstein hanno dichiarato che non ci sono elementi sufficienti per procedere contro il presidente degli Stati Uniti. Ma Mueller, nel suo rapporto, non lo ha escluso, lasciando proprio al ministro della Giustizia qualsiasi decisione.

E questo non mancherà di suscitare polemiche, anzi le ha già create, come dimostrano le prime dichiarazioni di Nancy Pelosi, leader dei democratici.

La lettera di Barr non risponde a tutte le domande, ha dichiarato la Pelosi. Il fatto che il rapporto di Mueller non esoneri il presidente da un'accusa così grave come l'ostruzione alla Giustizia, per la Pelosi è la dimostrazione di quanto sia urgente che il contenuto completo e la documentazione a supporto siano resi pubblici senza ulteriori ritardi.

La conseguenza logica di questa dichiarazione è alquanto evidente. Il fatto che Trump possa aver tentato di ostacolare il corso della giustizia è stato escluso solo in base ad una decisione di un ministro scelto dallo stesso presidente... Mueller non lo ha escluso a priori.

Questo lascia pensare che qualche iniziativa  volta a impedire l'indagine sul Russiagate da parte di Trump ci sia stata. Questo fa sospettare che il presidente, in realtà, fosse informato che la Russia si era attivata per fargli vincere le elezioni.