In un articolo di Avvenire in cui si pretende di spiegare il crollo del Movimento 5 Stelle, si pone come motivo principale della sua disgregazione parlamentare e della perdita di consensi nei sondaggi a livello nazionale il fatto che finora non abbia avuto una carta dei valori che disegnasse i tratti della società che i pentastellati volessero contribuire a formare nei decenni futuri. Almeno fino al 2021.
"Forse nessuno dei membri del partito - scrive Marco Morosini - avrebbe saputo descriverne le finalità con le stesse parole che avrebbe usato un altro membro del partito. In realtà ogni aderente aveva una sua concezione del mondo che esso voleva costruire. C’erano comunisti, c’erano fascisti e c’erano tutti quelli in mezzo. In nome del rifiuto della 'ideologia' ogni ideologia era ammessa, purché restasse privata. Il collante che aveva aggregato persone così diverse era una generica avversione verso 'i politici', 'le poltrone', i 'vitalizi' e verso gli altri partiti. Ma ciò non basta per costruire insieme una società alternativa all’attuale. Fondandosi su questa eterogeneità il partito non poteva reggere a lungo. Questo divenne evidente già dopo le prime prove di governo e si manifesta platealmente oggi. [ ... ]Nel febbraio del 2021 Grillo decise di puntare tutto sui temi social-ecologici e di ispirarsi ai partiti verdi e socialisti europei. Di questa svolta incaricò - motu proprio - Giuseppe Conte, uomo di buona volontà ma non noto per un impegno ecologico e di giustizia sociale. Eppure, la 'Carta dei Principi e dei valori' redatta da Conte esprime per la prima volta contenuti ideali sui quali si può dissentire o consentire, ma che sono comunque chiari. Alle 5 stelle Conte ha dato nuovi significati: beni comuni, ecologia integrale, giustizia sociale, innovazione tecnologica, economia eco- sociale di mercato. Gli altri 14 punti della Carta danno un quadro dei principi e degli obiettivi per una società ispirata a valori sociali ed ecologici (tinyurl.com/3pentvf4).Presumo però che pochi tra gli aderenti al Movimento sappiano anche solo nominare i nuovi significati delle 5 stelle, per non dire dell’intera Carta. Ci troviamo quindi in una fase di passaggio. I valori social-ecologici del primo Grillo degli anni ’90 sono troppo lontani e molti aderenti non li hanno mai conosciuti. Quelli di Conte, invece, sono troppo vicini e probabilmente sconosciuti ai più. Ciò è dovuto al fatto che praticamente tutti i media hanno interpretato la scelta di Grillo di nominare Conte presidente del partito solo come attinente a lotte di potere. Infine, il collante anti-casta che ha tenuto insieme la varietà dei 5 stelle è scomparso di fronte alla loro immagine di parlamentari e ministri come tutti gli altri. Si può solo auspicare che il Movimento torni ad essere più coerente con il meglio della propria esperienza politica. E che questo magari possa tornare utile al Paese".
Si può essere d'accordo sull'analisi di Avvenire? Assolutamente sì. Si può riassumere anche in maniera sintetica in questi termini. I 5 Stelle della famiglia Casaleggio sono nati da un'esigenza di cambiamento sentita nel Paese nei confronti di una politica inadatta e disinteressata a rappresentare le istanze dei cittadini e a capire l'evoluzione della società, con provvedimenti che intervenissero a colmare le nuove ed incombenti esigenze. Non avendo un barra ideologica su cui indirizzare la propria proposta politica, e non avendo una struttura di vertice in grado di promuovere le competenze, perché la famiglia Casaleggio sapeva che in tal modo avrebbe finito per perdere il controllo della propria creatura, il Movimento è cresciuto come forza di opposizione basata su degli yesmen alla Di Maio, capace di fare opposizione, ma non proposte. Così, quando gli yesmen si sono trovati a governare, il problema delle competenze e delle idee e dell'ideologia di riferimento da cui trarle è esploso in tutta la sua evidenza.
La disgregazione dei gruppi parlamentari non è un problema per i 5 Stelle di Conte, ma addirittura una benedizione che consente al nuovo partito che si sta formando di liberarsi delle inutili zavorre del passato, personaggi senz'arte né parte, capaci solo di lottare per una poltrona o per una comparsata in tv.
E pure l'essere indicati come i cattivi nell'aver fatto cadere il governo Draghi, cosa tra l'altro del tutto non vera, finirà col passare dei giorni per diventare una nota di merito.
Qualcuno, infatti comincerà a far presente agli sfegatati supporter di Draghi come possano spiegare la tragedia italiana che essi disegnano per la mancanza di un governo Draghi, con il fatto che Draghi abbia governato finora. Se quanto da lui fatto era buono e giusto, perché il Paese, neppure un'ora dopo le sue dimissioni, dovrebbe essere in braghe di tela?
Che cosa dovrà fare Conte per ottenere un risultato soddisfacente alle elezioni? Continuare ad etichettare i 5 Stelle come Movimento progressista, apertamente di sinistra, ricordando che la sinistra in Italia non è certo rappresentata dal Partito Democratico! Alleandosi con Sinistra Italiana, Articolo Uno e Verdi, i 5 Stelle di Conte potrebbero avere molte probabilità di ottenere un ottimo successo alle prossime politiche.
C'è comunque una considerazione da fare nei confronti dell'articolista in relazione alla mancanza di una linea ideologica da parte del "vecchio" Movimento, ed è la seguente: quali altri partiti hanno un'ideologia che li guida?
I dem di Letta si dicono di sinistra eannunciano che il loro programma sarà quello di Draghi... come se questo fosse passato al vaglio degli elettori e come se questo avesse una qualche finalità ideologica di sinistra! I "calendiani" avrebbero una ideologia a parte quella di seguire i diktat di volta in volta indicati da viale dell'Astronomia? E i renziani hanno un'ideologia oltre quella di bearsi delle falsità seriali ad usum eius del fondatore e proprietario di quel partito? E i forzisti avrebbero un'ideologia oltre quella di favorire gli interessi della galassia Fininvest? E che dire di Matteo Salvini, prima promotore di un partito financo secessionista e adesso profeta degli interessi di Lampedusa, salvo poi auspicare un federalismo che consenta al nord di non condividere le proprie risorse con il resto del Paese! E questa sarebbe un'ideologia?
L'unica che si discosta da questa assurda assenza di una ideologia di riferimento è Giorgia Meloni, che promuove l'ideologia fascista, mascherata sotto un presunto conservatorismo di estrema destra che però non fa a meno di promuovere uno degli slogan tra i più imbarazzanti che abbiano caratterizzato il ventennio: dio, patria e famiglia!
E allora, siamo sicuri che i 5 Stelle di Conte siano peggiori degli altri partiti?