Fatti molto gravi stanno accadendo a seguito del conflitto Russia-Ucraina.
Fatti gravi che porteranno cambiamenti nel sistema internazionale mondiale e che stanno comunque influendo sulla gestione diplomatica ma anche giuridica quindi di quegli accordi Onu che hanno come obiettivo da sempre l’equilibrio pacifico tra le Nazioni.
Mentre il conflitto prosegue tra morti silenziose di civili e colpi provenienti di ogni tipo di arma da fuoco, tra le lacrime di innocenti vittime e strategie di signori della guerra dentro le loro lussuose basi, a livello diplomatico l’Onu usi trova ad affrontare richieste che hanno e avranno un peso fondamentale anche nell’assetto futuro dei poteri decisionali.
L'Ucraina ha chiesto formalmente la rimozione della Russia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una richiesta che trova le motivazione non solo nella infondatezza giuridica dell’attacco sovietico ma anche nell’azione di una Russia che ha usurpato la sede di un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite rivendicando la "continuità" dell'appartenenza all'URSS e aggirando, per non dire violando apertamente, l'articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite, che prevede che l'Assemblea generale agisca su raccomandazione del Consiglio di sicurezza.
Diversi sono i punti, le parole, che non possono essere tollerati alla luce degli accordi internazionali in vigore.
Non si può infatti che ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che le parole "Federazione Russa" sono assenti dall'articolo 23 della Carta delle Nazioni Unite, che elenca i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che la Repubblica socialista federativa sovietica russa non faceva parte delle Nazioni Unite.
Inoltre è evidente e grave la circostanza ormai palese e di cui è convincimento generale, che la guerra della Russia contro l'Ucraina è una violazione senza precedenti degli obiettivi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite sin dalla sua adozione nel 1945. Un simile attacco ha chiaramente privato di fatto la Russia del diritto di essere definita uno stato amante della pace. Anzi si potrebbe addirittura arrivare a sostenere senza alcun torto che la Russia abbia commesso crimini contro la pace stessa.
Cosa ancora più grave, se più grave ci può essere, è che purtroppo i crimini russi contro la pace e la sicurezza internazionali si stanno estendendo ben oltre i confini dell'Ucraina, raggiungendo l'Africa, l'Asia e il Medio Oriente. Tutto ciò sta generando un esponenziale rischio che potrebbe portare a un coinvolgimento di altri paesi in una escalation non definita e non prevedibile nei suoi sviluppi drammatici.
Non si sta limitando infatti a creare orrori nella vicina e confinante Ucraina, la Russia è determinata a fomentare i conflitti, ostacolando in modo sistematico e predeterminato anche le decisioni necessarie per risolverli, senza scrupoli nell’usare il suo diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 31 volte dal 1991, quasi il doppio rispetto a qualsiasi altro membro permanente.
Ecco quindi in quale contesto si inserisce oggi la richiesta dell’Ucraina di estromettere la Russia dal Consiglio. Ed ecco per quale motivo il destino della Russia come membro dell'ONU dovrebbe essere deciso nel contesto della sua responsabilità generale per i crimini commessi in Ucraina, che sono chiaramente dei crimini di guerra in quanto contravvengono alle norme internazionali in materia, crimini contro l'umanità e genocidio. Uno stato che agisce come nemico della Pace internazionale è contrario al fine per il quale è stata istituita e creata l’Onu, da qui l’esortazione da parte della Ucraina verso gli Stati membri delle Nazioni Unite a privare la Russia del suo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU e ad espellere completamente la Russia dall'ONU.
L’Onu è nata per evitare questo tipo di situazioni e tutti al suo interno devono cooperare per la risoluzione diplomatica delle controversie internazionali, escludendo la guerra come rimedio. L'Ucraina dal canto suo come da tempo ormai non fa che affermare a gran voce, è disposta a lavorare con altri paesi per difendere la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale contro l'influenza distruttiva della Russia.
Non può quindi restare a guardare l’Unione Europea, che avendo il conflitto ai suoi confini è la prima che deve intensificare le sanzioni per fermare l'aggressione russa in Ucraina. Le diplomazie continuano ad operare trovando spesso un muro sul fronte Putin che non arresta il suo cammino verso un crinale di violenza e morte lasciando dietro ogni sua parola sofferenza che difficilmente troverà ristoro.