Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, alla fine del suo mandato, questa mattina ha illustrato le considerazioni finali sull'esercizio 2016. Queste le principali dichiarazioni relative al suo intervento.

Le sofferenze delle banche italiane corrispondono ad 81 miliardi. Di queste, 60 miliardi sono in capo a banche le cui condizioni non impongono la loro immediata cessione. Non è così per i rimanenti 20 miliardi in capo a istituti in difficoltà che potrebbero trovarsi nella condizione di dover vendere quei 20 miliardi di crediti e di farlo ad un prezzo tanto basso da dover poi iscrivere a bilancio perdite nell'ordine di 10 miliardi.

Alla fine del 2016 i crediti deteriorati netti sono pari a 173 miliardi (sui 350 lordi), il 9,4% dei prestiti totali, mentre gli 81 miliardi di sofferenze, pari al 4,4% del totale dei prestiti, è coperto da oltre 90 miliardi di garanzie reali e quasi 40 di garanzie personali.

Per liberarsi dei crediti deteriorati, Visco ha ripreso l'ipotesi circolata anche in Europa di una bad bank sistemica dedicata alla gestione di tali crediti, purché essi vengano ceduti a prezzi vicini al loro reale valore e su base volontaria, invitando le istitutizioni, comprese quelle europee, a fornire chiarimenti su questo punto, per evitare ulteriori incertezze.

Critico è poi il governatore della Banca d'Italia sul funzionamento delle nuove regole per gestire le crisi bancarie, che, assieme all'orientamento più restrittivo della disciplina sugli aiuti di Stato "hanno segnato, come ho più volte osservato, una brusca cesura". Visco dice che nella congiuntura sfavorevole sono stati sottovalutati i rischi della transizione e che nell'applicare il nuovo regime per le banche, "occorre evitare di compromettere la stabilità finanziaria".

Riferendosi ai casi di MPS e delle banche venete, Ignazio Visco ha aggiunto anche che l'attuale sistema di gestione delle crisi bancarie è "poco compatibile con la rapidità degli interventi" anche in relazione all'impiego di fondi pubblici "ora assoggettato a limiti stringenti" nonostante il coinvolgimento di azionisti e detentori di passività subordinate, sottolineando - in funzione di ciò - l'incompletezza della costruzione europea per il settore economico-finanziario.

La governance europea del settore si è basata finora quasi solo su regole che, nella ricerca esasperata di garanzie reciproche, vincolano le scelte di ciascun paese. Ne è risultata un'Unione più forte nel proibire che nel fare".

Oltre che alla gestione delle banche, la critica di Visco è rivolta anche alla gestione della finanza, perché senza un bilancio comune "è stato difficile garantire sostengo alla ripresa".

Per una lettura completa delle dichiarazioni di Ignazio Visco scaricare le Considerazioni finali del Governatore, anno 2016 – centoventitreesimo esercizio.