Sua eccellenza il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recato a Caivano dove ha prima incontrato il Parroco don Maurizio Patriciello nella chiesa di San Paolo Apostolo e dove ha poi partecipato alla Riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Al termine, Meloni ha rilasciato quelle che Palazzo Chigi definisce dichiarazioni alla stampa, cioè il solito monologo, infarcito di frasi a effetto, senza accettare domande da parte dei giornalisti, per evitare risposte imbarazzanti su questioni che, alla fine, sarebbero comunque state toccate, a partire da quella del suo "compagno", Andrea Giambruno, su stupri e responsabilità.

Il premier, durante la visita al Parco Verde, oltre ad aver ascoltato le mamme delle due cuginette stuprate dal branco e  visitato l'Istituto Superiore Francesco Morano, durante la quale ha sottolineato l'importanza del sostegno dello Stato e delle Amministrazioni locali per combattere l'abbandono scolastico e la rete attrattiva della camorra, ha replicato anche alle minacce ricevute tramite i social network:

"Le intimidazioni - ha dichiarato - non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli".

La visita era stata annunciata un paio di giorni fa durante la marcia in solidarietà alle due vittime organizzata da don Maurizio Patricello, parroco di Parco Verde impegnato da sempre nella lotta per la tutela del territorio e nella battaglia contro la camorra. Nei giorni successivi, sui social network erano stati pubblicati messaggi di minaccia al presidente del Consiglio.

Queste le parole della premier in una visita, come mostra anche la foto, tutt'altro che aperta e partecipata. Se un politico si reca in luogo per parlare alla gente, sarebbe logico, nel caso non volesse fare una passerella che alla gente del luogo fosse consentito esser presente. Ma così non è stato. 

Comunque, queste alcune delle dichiarazioni rilasciate da Meloni:

"Questo territorio sarà radicalmente bonificato. Vi assicuro che vedrete presto i frutti di questa visita del Governo. L'obiettivo che ci diamo è che domani questo territorio possa essere conosciuto alle cronache perché rappresenta un modello, da problema a esempio. ...Siamo qui oggi per diverse ragioni. La prima era rispondere a quell'invito di padre Maurizio Patriciello, un uomo straordinario, un sacerdote straordinario che voglio ringraziare per questo invito, per l'accoglienza, per i consigli che ci ha dato, ma soprattutto per il lavoro quotidiano che fa in un territorio particolarmente difficile, per come dimostra che si può rappresentare un esempio. Padre Maurizio è un esempio e una risorsa per tutti noi.Siamo qui per esprimere la solidarietà alle vittime innocenti di un atto disumano, di un crimine infame, che ha scioccato tutti, ma siamo qui soprattutto per riportare la presenza seria, autorevole, costante dello Stato italiano, delle istituzioni della Repubblica, che in territori come questo spesso non sono stati sufficientemente percepiti e forse sufficientemente presenti. Se siamo qui a quasi dieci anni di distanza dalla storia terribile della piccola Fortunata Loffredo, bambina di sei anni che volò dal balcone e che si scoprì poi era stata violentata un anno dopo la morte di un altro bambino che si chiamava Antonio, e se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro come quello che condanniamo, significa che qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato e delle istituzioni, nonostante degli sforzi siano stati fatti. ...Penso che occorra tentare di dare segnali diversi. Uno Stato giusto ha prima di tutto il dovere di difendere i più deboli. I minori sono i principali tra questi soggetti e io vi confesso che il numero delle persone coinvolte nel duplice stupro alimenta in me il terrore che episodi di questo genere siano più di quelli che emergono alla cronaca dei fatti. ...Una politica coraggiosa, uno Stato serio, devono essere capaci di mettere la faccia soprattutto sulle cose che sembrano difficili da risolvere, assumendosene la piena responsabilità. È esattamente quello che intendiamo fare. Non siamo venuti qui a limitarci alla pur doverosa condanna, alla pur doverosa solidarietà, siamo venuti qui a dire che intendiamo agire e metterci la faccia. Il messaggio principale che vogliamo dare è che in Italia non possono esistere zone franche. Ed è un messaggio che diamo qui, ma il Parco verde di Caivano non è l'unico territorio che versa in queste condizioni. Sono molti i territori che versano in queste condizioni e il messaggio è rivolto alle tante Caivano d'Italia. ...Le direttrici della nostra azione, sulla quale io intendo coinvolgere l'intero Governo, sono principalmente due: la prima è la fermezza dello Stato contro la criminalità, l'illegalità, la droga. Ringrazio le forze dell'ordine e i magistrati che operano su un territorio difficile, che conducono la battaglia quotidiana per stroncare la criminalità, per difendere i più deboli. Voglio dire che non solo soli, saranno sempre meno soli. Va rafforzata qui la presenza delle forze dell'ordine, va rafforzata anche la possibilità di operare da parte dell'apparato giudiziario. Voi vedrete presto i frutti di questa visita in termini di controllo del territorio.Il controllo del territorio da solo non risolve i problemi che le persone hanno. C'è una seconda fondamentale direttrice in questo lavoro che ci impegniamo a fare e che riguarda la necessità di dotare questo territorio di servizi che i cittadini aspettano, chiedono, vorrebbero vedere da molto tempo. La ragione per la quale sono qui oggi i primi ministri [il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara; il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi; ndr], ma li vedrete tutti, è per dire che siamo qui per cominciare da oggi a dare risposte precise".

I media megafoni del (post) fascismo avranno così modo di riempire le cronache della sera strombazzando le meraviglie promesse da Meloni che, naturalmente, rimarranno solo sulla carta, tanto che già nei prossimi giorni Caivano sarà storia, anzi... preistoria.