Nel Consiglio dei Ministri che si è riunito lunedì 26 febbraio, il governo, dopo la strage a Firenze nel cantiere Esselunga ha varato le seguenti regole in materia di lavoro.

In materia di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare, ha introdotto

  • disposizioni di carattere preventivo-incentivante (ad esempio, subordinando l'erogazione di benefici normativi e contributivi all'assenza di violazioni della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale, nonché introducendo una premialità in favore di datori di lavoro che dimostrino comportamenti virtuosi nella gestione dei rapporti di lavoro) e
  • disposizioni di natura repressiva (sanzioni penali – in luogo delle sanzioni amministrative, frutto di una precedente depenalizzazione, per le ipotesi di somministrazione fraudolenta di lavoratori, utilizzazione illecita di lavoratori, somministrazione abusiva con sfruttamento di minori).

Ha poi previsto l'estensione del regime di solidarietà nell'obbligazione retributiva e contributiva e la verifica di congruità del costo della manodopera negli appalti pubblici e privati.

Ha introdotto l'esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di lavoro domestico (che possieda un valore dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) in corso di validità, non superiore a euro 6.000) nel limite massimo di importo di 3.000 euro su base annua, in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani, con una età anagrafica di almeno ottanta anni, già titolari dell'indennità di accompagnamento.

Ha introdotto anche  un nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi (la cosiddetta patente a punti), obbligatoria per imprese e lavoratori autonomi che intendano operare nell'ambito di cantieri edili. 

Tutto bene? No, perché non è (tutto) quello che i sindacati volevano.

Così Landini, Cgil, aveva commentato l'incontro avuto con il governo prima della riunione del CdM:

"L'incontro non è stato all'altezza dei bisogni che abbiamo. Ci hanno convocati alle 8.30 quando c'è il Consiglio dei ministri nel pomeriggio e ci hanno consegnato un testo dopo un'ora perché glielo abbiamo chiesto, ciò dimostra che non c'è una grande volontà di trovare degli accordi con le organizzazioni sindacali. Ci sono delle cose che non costano, ma il governo continua a non fare: abbiamo chiesto una norma molto precisa, ossia ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per tutti i lavoratori e le lavoratrici di tutta la filiera degli appalti. Era una legge cancellata nel 2003, non ripristinarla significa lasciare la giungla del subappalto. Questo è il modo per estendere le norme pubbliche al privato, migliorandole. Abbiamo chiesto di mettere in discussione il subappalto a cascata, di introdurre la patente a punti, significa introdurre il cartellino anche sui cantieri.Su tutto questo non abbiamo avuto risposte, per questo abbiamo intenzione di proseguire con ogni forma di mobilitazione, perché queste cose devono essere affrontate in un modo diverso. Siamo molto lontani dalla sensibilità che ci vorrebbe su questi temi nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che noi rappresentiamo".

Dopo il CdM, è stata la volta di PierPaolo Bombardieri a spiegare perché il governo non ha fatto abbastanza:

"Dopo il varo del decreto sulla sicurezza da parte del Cdm, confermiamo il giudizio espresso nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi. Nonostante alcune nostre proposte siano state accolte, c'è ancora molta strada da fare. Se questo continua a essere il metodo, se continuano a convocarci poco prima del Cdm, se tengono separati i tavoli con i Sindacati e con le imprese, non ci siamo. Si dice che questo tema dovrebbe unire: non capiamo, allora, perché i due incontri si siano svolti separatamente.Ad alcune nostre domande, non sono state ancora date risposte esaurienti. Soprattutto, quali e quante sono le nuove risorse disponibili per le nuove assunzioni e per attuare ciò che è scritto nel decreto? In realtà, sembrano non esserci risorse aggiuntive.Sono state annunciate 50 assunzioni nel nucleo ispettivo dei Carabinieri, che oggi ne ha pochissimi per provincia, mentre altri hanno numeri di gran lunga maggiori. Ma davvero si pensa che bastino 50 assunzioni per rafforzare questo nucleo?Inoltre, vorremmo capire qual è il ruolo che svolgono le ASL e le Regioni. E ancora, quando saranno eliminati tutti i corsi di formazione fantasma che vengono fatti all'interno delle aziende? E poi, verrà meno la distinzione tra cantieri pubblici e cantieri privati? Si porrà, ovunque, un forte limite al subappalto a cascata? Senza dimenticare la questione dell'unificazione delle banche dati: non ne abbiamo avuto più notizia. Al momento attuale, le banche dati non "dialogano" tra loro.Infine, la patente a punti. È una nostra richiesta, ma così come l'hanno strutturata non funziona. È mai possibile che una vita valga 20 crediti, che si possa operare con 15 e se ne possano recuperare 5 con un corso di formazione? Un criterio inaccettabile. Dovremmo confrontarci sul sistema delle sanzioni. Il ministro Nordio ha detto cosa pensa dell'omicidio sul lavoro: io non sono d'accordo con lui. È stato previsto l'omicidio nautico e non si può parlare di omicidio sul lavoro? Anche sul caporalato, bisognerebbe decidere qualche misura più forte, magari rendendo più efficace ed efficiente l'applicazione dell'art 603-bis riguardante, in particolare, il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Considerata la particolare rilevanza sociale del problema, una strada percorribile sarebbe quella di trasferire la competenza alle Procure distrettuali che hanno strumenti di indagine e risorse più adeguate ad affrontare il problema.Insomma, non c'è chiarezza sulle coperture finanziarie, c'è troppa timidezza nell'affrontare le questioni aperte, c'è ancora molto da definire e decidere. Con mille morti sul lavoro ogni anno e dopo la tragedia di Firenze, ci sarebbero volute risposte più nette e coraggiose".

Nel frattempo, anche oggi, un operaio di 23 anni è morto sul lavoro alla periferia di Stornara, piccolo comune in provincia di Foggia. Stando alle prime notizie il giovane era impegnato in lavori per la messa in opera di un impianto di irrigazione, quando sarebbe stato travolto e schiacciato dal materiale accumulato sul bordo dello scavo.