In base a quanto riporta il media Globo, gli elettori brasiliani che hanno votato presso l'ambasciata della Repubblica Ceca, tra i sette candidati in lizza per le presidenziali del Brasile hanno dato la loro preferenza a Lula con 253 voti, mentre sono stati solo 58 i voti per il presidente uscente Bolsonaro.
Le presidenziali in Brasile si svolgono su due turni. Pertanto, nel caso in cui un candidato oggi non raggiunga il 50% + 1 dei voti espressi, si andrà al ballottaggio tra i due candidati più votati.
I sondaggi dicono che Lula, rappresentante della sinistra, è in vantaggio di 10-15 punti percentuali, ma Bolsonaro, estremista di destra e campione dei sovranisti europei, afferma che non esiste la possibilità che possa essere sconfitto e ha già anticipato che rifiuterà di accettare la sconfitta, più o meno alla stessa maniera di Trump. Pertanto, l'esito del voto rischia di creare un crisi istituzionale nel Paese.
Lula ha ricoperto l'incarico di presidente dal 2003 al 2010, ed è finito in carcere durante le precedenti elezioni. La sua condanna, però, era frutto di quello che potremmo definire una macchinazione a suo danno ed è stata annullata dalla Corte Suprema, permettendogli così in quehsta tornata di presentarsi come alternativa a Bolsonaro.
L'attuale presidente, facendo leva anche sugli evangelici e su provvedimenti propagandistici e populisti varati nelle ultime settimane, cerca di repuperare consensi, nascondendo la sua inadeguatezza nel gestire la cosa pubblica che ha avuto il suo apice durante la crisi pandemica, dove il numero di morti in alcune aree del Brasile è stato enorme, sicuramente ben superiore alle cifre ufficiali, senza dimenticare la deforestazione dell'Amazzonia da lui promossa, neppure tanto indirettamente.
Per questo, i 156 milioni di elettori brasiliani sembrano aver scelto il cambiamento e per questo il timore di violenze a seguito dell'esito del voto è molto alto.