Vai alla quarta parte...


Si avvicina. Sembra perplesso. Leggermente ingobbito, pensoso. Ha l'aspetto gentile e accenna un  mesto sorriso. E' accompagnato da un signore sulla quarantina, segaligno, con il naso pronunciato, l'espressione timida, vestito da ciclista.


"Buongiorno a tutti. Mi chiamo Enzo e questo è il mio assistente Fausto. Siamo italiani. Cercheremo di non farvi perdere tempo. Basterà che rispondiate alle mie domande. Personalmente, non faccio parte del gioco". Fausto gli passa un elenco.

X "Diteci qualcosa di voi. Sui miei appunti  non leggo notizie. Vi prego".

Enzo "Che dici, Fausto?"

Il ciclista annuisce sorridendo. "Per me, va bene. Tanto, hai deciso tutto tu".

Enzo prosegue: "Mi imbarazza moltissimo. Migliaia di generazioni si sono succedute, molti dolori hanno attraversato la terra, senza contare gli altri spazi a noi non disponibili.  Altri avrebbero meritato l'onore. Per questa volta sono stato scelto io, che non conto nulla e ho avuto anche fortuna, se si eccettuano gli ultimi anni. E talvolta ho proprio peccato di superbia" Va bene così. Fausto, parla tu".

Ma l'altro non sembra incline e abbassa lo sguardo.


Totò "Fausto, Faustino, ti ricordi di me, nel nostro film?"

Finalmente un cenno di vitalità, in quel viso triste : "Certo. Che bei tempi"

X scoppia in una franca risata "Quanti italiani, non ne posso più. Ma perché?"

Totò:"Stia zitto, per favore. Enzo, mi dica: lei, se posso permettermi, da dove viene?"

Enzo "Vengo da Genova, ma il mio caro papà era di Napoli, come lei".

Totò "Ora rammento. Lei è quel nostro presentatore televisivo carcerato senza colpa! Accetti la mia desolazione".

Enzo "Volentieri. E spero che tutti riescano nel compito".

"E tu, Faustino - continua Totò " che cosa cerchi?"

"Niente, forse solo un po' di giustizia. Mi hanno lasciato morire e ancora non so perché. Ce l'avevano con me".

"Forse un poco" ammette De Curtis.

Enzo riprende in mano la situazione.


"Qui non c'è tempo e non c'è luogo. Pare che dobbiamo superarci ed io ne sono ben lungi. E' una specie di esercizio, per me. Per ora, la rabbia mi impedisce ancora di rasserenarmi. Dunque, signor Frank, si stava parlando di lei. Voglio dirle che ero un grande appassionato delle sue canzoni".

Frank "Ma non della mia persona, immagino".

Enzo "Lasci perdere, non è importante. Conferma di voler tornare? La avviso, e con lei gli altri, che non ci sono certezze. Potrebbe perdere il terreno guadagnato fin qui":

Frank "Fa niente. Cosa devo fare?"

Enzo "Stare tranquillo, per ora. Verrete imbarcati a gruppi e sarà una traversata difficile. Per fare prima, vorrei sapere se qualcuno rinuncia".

Marylin alza la mano.


"Ho paura. Voglio restare, dopo aver chiesto perdono a Simone".

Signoret "E' acqua passata. Sono stata molto felice, con Yves. Prima e dopo. Non devi tormentarti. Hai sentito? Può essere che fosse addirittura giusto: non possiamo saperlo".

Marylin "Io mi sento tale e quale. Ho bisogno di tempo. Mi sento un'opportunista. Sto sempre un po' fuori posto. Tutti mi hanno criticato. Mi daranno di nuovo della puttana. Che torno a fare?"

Enzo "Allora, cara, siediti vicino a me. Io ti adoravo, come molti. Signor Picasso?"

Pablo "Per me, come no. Mi piacerebbe tornare in Spagna, ora che è libera. Anche se non sento di avere obiettivi particolari. La mia vita mi è piaciuta. Ho ricevuto un dono e l'ho diviso con gli altri. Le donne! E allora? Le ho solo assecondate. No, lasciamo perdere. Sto bene così. Passo".  

Enzo "Le categorie mutano. Al terzo tentativo potreste essere tutt'altro. Per questa volta, però, vi inserirete nella vostra stessa vita di prima. E' l'ultima possibilità per farlo. Marylin, sempre decisa?"

Marylin " La vita è faticosa, troppo. Il mondo non è per le donne come me, forse non lo sarà mai".

Enzo "Potresti avere dei bambini".

Lei non ci aveva pensato. Sente una specie di capogiro, una sensazione che non provava più da tempo. Piange.


JFK "A proposito di bambini: che ne sarà dei nostri figli? Non è detto che..."

Enzo parla dopo un lungo silenzio.


"Vi darò ancora una possibilità, ora devo andare avanti. Tocca a un certo Morrison che, se non erro, piaceva ad una delle mie ragazze. Non ho mai capito il perché".

Jim "Quelli come lei non erano il mio pubblico, lo so bene. Mi metto in fila, voglio partire, devo...insomma, sono cazzi miei, cosa devo fare. OK per me".

Enzo "Sig. Mohandas, tutto a posto? Vedo che scuote il capo".

Gandhi "Sono il peggior nemico di me stesso. Ho lavorato contro questa soluzione, per poi scoprire che la desideravo, ed eccomi qui. Ringrazio per l'opportunità, ma lascio anch'io".

Enzo "Ci rifletta ancora un momento. Dov'è il comandante Sankara?"

Thomas si alza, si risiede. Non sa che fare.


Enzo "Posso aiutarla?" 

Thomas "Temo di no. Vado, vado. Non c'è motivo per non farlo. Tanto, peggio di così."

Enzo "Mi prendo la libertà di farle notare che non è lo spirito ideale per l'impresa".

Thomas "Vorrei dire cose gentili. Che tornerò per aiutare la pace e la concordia tra i popoli, la giustizia, la libertà, i diritti. La verità è che sento ancora un desiderio di rivalsa, di vendetta, sì. Ucciderei Blaise. Urlerei ai miei burkinabé "Perché non lo avete fatto voi? E' così che va il mondo? Non credo di meritare la sua offerta, ma, se è possibile, partirò".

Enzo "Certo che lo è. La responsabilità dei suoi sentimenti è sua".

Che "L'hai detto tu stesso: non può accaderci nulla di peggio. Metti il mio nome, companero".

Enzo "Subito, anche se non sono mai stato come lei mi chiama".

X "Ci sto, anche se sono deluso. Le cose, per noi, sono cambiate, ma non come desideravo. Dannata America, piena di stronzi negri che si fanno e rappano dalla mattina alla sera, come se questa fosse la strada giusta per liberarsi".

Enzo "Lei sa bene che siamo propensi a dimenticare il nostro passato e, con esso, gli errori che abbiamo commesso. Abbiamo sempre idee molto precise su come gli altri dovrebbero comportarsi, vero? Signore mie, là dietro, di cosa bisbigliate?"

Lady D. " Non ci rimproveri, la prego. E' che lei non vuole seguirmi!"

Teresa " Mi sei sempre stata cara. Soffrivi e cercavi di uscirne. Speravo di riuscire a darti una mano, ma temevo di non farcela. Poi mi combini quello scherzo. Non volevo crederci. Hai quasi accelerato la mia fine. Vai, figlia mia".

Lady D. "Non senza di lei, ho deciso. Si ricorda cosa mi ha detto? Le passeggiate nel verde, la natura, gli animali, tutto quello che non aveva mai il tempo di fare?"

Teresa "So bene che quella non era l'unica vita possibile, ma lo era per me. Il tuo è un dolcissimo ordine e mi tenta, ma non condizionare la tua azione alla mia. Non sarebbe giusto".

Di "Va bene, come vuole, ma creda, è difficile anche per me. Non vuole più aiutarmi?"

Teresa "Se la metti così, va bene. L'hai vinta perché sei più giovane. Mi arrendo".

Enzo "Mister Lennon, lei che ne dice?"

Lennon "Suppongo sia perfettamente inutile pensare a quello che abbiamo perso per strada. Al mio Julian, per esempio. Ricominceremo a caso, faremo qualcosa di buono o qualcosa no. Se penso al mondo libero che ero certo di vedere, di lì a poco. Agli umani la libertà non piace. Ne hanno paura. Non hanno capito un cazzo di che cos'è e non interessa loro saperlo. Vengo, sicuro. Ma non aspetto qui, in questo giardino d'infanzia. Vado su a suonare. Chi mi accompagna? In mezzo a tutti questi cantanti, non c'è un cane che sappia tenere in mano nemmeno un'ocarina? Elvis, vieni almeno tu. A dopo". 

Enzo "Mmmh, che temperamento. Vediamo, madame Signoret, che mi racconta?"

Signoret "Ah questi italiens! Lei è un vero gentiluomo, si vede. Dopotutto, ho trascorso quasi quarant'anni con un italiano e me li rivivrei uno a uno. Se ripenso alla mia vita con Yves. Abbiamo cercato la verità e per questo siamo sempre stati attaccati da tutti. Avevamo il fuoco incrociato sulle nostre teste, ma ce ne fottevamo. La libertà era il nostro unico ideale. Ha ragione Lennon. Vado ad ascoltarlo, chiamatemi quando si parte. Ciao!".

Che "Perché ci sono tutti questi yankees, quassù?"

Enzo "E' un caso. Una volontà che non conosciamo ci ha uniti. In altre occasioni non era così. C'erano persone sconosciute, anche bambini molto piccoli. Sa che lei mi sembra, come dire, molto...ormonale?"

Che "La coscienza del proprio compito non è una questione di ormoni. Ci parli ancora un po' di sé".

Enzo "Questo mi fa sempre soffrire molto. Non riesco a...a..."

JFK " Guarda cos'hai fatto! Aiutiamolo".

Enzo (si riprende) "Non potete fare nulla, ma grazie. E' solo una specie di mancanza di corrente. Sbrighiamoci, piuttosto. Mancano venti minuti. Io ho molta pazienza, ma i piloti no. Chi desidera rimanere, lo dica".

Totò "Se ho ben compreso, non vi sono certezze. Vorrei rimediare al male che ho fatto a una donna".

JFK "Tutti vorremmo correggere i nostri errori, a parte chi è convinto di non averne commessi". Lancia uno sguardo al Che.

Si leva un brusìo, Enzo riporta il silenzio con un cenno della mano.


Evita "Non credo che avrò sorprese, mi conosco bene. Può levarmi una curiosità? Dove ci troviamo, ora?"

Enzo "Mia cara signora, il nome non le direbbe nulla. Siamo su Columbus, l'ultima delle isole Canarie, mai emersa. Esce solo in queste occasioni. Sfugge ai radar. Sulla terra hanno spesso provato a immaginare situazioni del genere. Le navi la attraversano senza accorgersene, come in Ghost". 

James "Carino quel film, avrei voluto farlo io. Ascolta, ho fretta. Alzata di mano e via. Finiamola con questa farsa. Mi hai convinto. Non vedo l'ora di tornare a guidare. Forza, decidetevi! Dopotutto, avevo solo ventiquattro anni e non mi faccio pregare. Andate a chiamare quei due matti che si sono messi a suonare e la signora bionda".

Evita "Io non ne avevo molti di più, di anni. Sono molto indecisa, però. Credo che non sia tempo per quello che ho in mente. Ma sì, andiamo. E' giusto darci un'altra possibilità".

Che "Purché non combini altri guai".

Enzo "Va bene, va bene. Tutti d'accordo tranne...il signor Pablo, il signor Albert e il signor Mohandas? I geni non si muovono?"

Einstein "Posso essere utile anche qui. Non sono affatto certo di aver afferrato quanto va succedendo e desidero approfondire. Quando tutto sarà chiaro..."

Jim "Scordatelo. Più studi e meno ci capisci. Potrai scoprire tutte le leggi della terra, ma alla fine il mistero resta. Così dev'essere".

Einstein "Forse. Tuttavia rimango del mio parere. Signori, buon viaggio".

Pablo " Mi associo. Potrei solo sminuire la mia opera e inguaiare altre povere ragazze indifese" (ride).

Gandhi "Ho un senso di stanchezza alle gambe, perché ho camminato troppo, a suo tempo. Dove siamo adesso, c'è una televisione. Voglio divertirmi un po', scoprire quanto hanno ancora da ridire su di me. Alla fine, verrà fuori che ero un fesso. Buon divertimento a tutti".

                                  

Enzo "Miei illustri, come mai qui? Ci avete ripensato? L'aereo è sulla pista. Ci saranno molte turbolenze. Credevo foste decisi a restare".

Gandhi "Lo eravamo, in effetti, ognuno per le sue proprie ragioni che, d'altronde, erano molto simili. Il signor pittore ci ha stuzzicato". Fa un sorriso.

Pablo "Ho detto solo che ero curioso di conoscere la storia di questo Enzo. A mio modo, ero un perseguitato anch'io e volevo saperne di più".

Einstein "Abbiamo consultato Internet, utilizzando un sistema di mia invenzione. Perbacco, amico mio, lei è un martire! Deve tornare e noi la sosterremo. E poi, ha condotto qui anche il suo dolce amico, che ha bisogno di riabilitazione.  E' un obiettivo abbastanza valido per cambiare idea, non trova?"

Enzo "Mi confondete. Temo per il mio equilibrio. Inoltre non eravamo nel programma".

Fausto sorride e finalmente muove un'obiezione.


"Sei un bel tipo, sai, Enzo. Prima insisti per trascinarmi qui, poi vorresti farmi tornare indietro. Il tuo amico, quello che fa i digiuni per la pace e ti ha fatto diventare onorevole, pare che voglia darmi una mano. Per cui, ti dico che voglio scendere".

Pablo " Abbiamo l'autorizzazione. La prego. Non sarà così brutto, sa. Albert ha modificato il software. Vedremo  disegni elettronici o dormiremo, senza dare alcun fastidio. All'inizio entreremo come personaggi di favola"

Gandhi "Io sarò Henry Potter"

Einstein "Ed io il Signore degli Anelli"

Enzo "Mi pare di non avere scelta. E sento già dei ronzii. Non c'è tempo da perdere. L'isola sta per affondare".

Pablo "Bravo! Non se ne pentirà".


Continua...