Sono cinque i corpi finora ritrovati tra i resti della Champlain Towers, il residence sul lungomare di Surfside, vicino a Miami, in parte crollato giovedì scorso.

Secondo quanto dichiarato dal sindaco della contea di Miami-Dade, Daniella Levine Cava, il numero dispersi è adesso sceso a 156, con l'identificazione di tre dei corpi finora recuperati, aggiungendo che le attività di ricerca e soccorso per tirar fuori dalle macerie persone ancora in vita procedono e hanno la massima priorità.

Il sindaco ha detto che le ricerche hanno consentito di recuperare anche alcuni resti umani, avvertendo anche che il processo per la loro identificazione si baserà sul DNA. Tra i dispersi vi sono anche persone provenienti da Israele e dall'America Latina. 

La causa del crollo rimane ancora un mistero, anche se l'ipotesi di un cedimento strutturale dell'edificio prende sempre più piede.

Nelle ultime ore, infatti, è balzato alla ribalta della cronaca il rapporto redatto nel 2018 da un ingegnere, Frank Morabito, che aveva individuato come origine di numerose crepe all'interno dell'edificio una sua non corretta progettazione/realizzazione che impediva all'acqua nel sottosuolo di defluire correttamente, suggerendo di sostituire l'impermeabilizzazione delle fondamenta, senza però dichiarare che ciò potesse o meno determinarne il crollo.