Un’analisi retrospettiva condotta dal Centro MST dell’Istituto Dermatologico San Gallicano (ISG) su 9.800 casi registrati fra il 1991 e il 2022 sancisce, senza possibilità di equivoci, l’efficacia del vaccino anti-HPV nel tagliare le diagnosi di condilomatosi anogenitale. Pubblicata sul Journal of Clinical Medicine, l’indagine dimostra che il numero di casi ha raggiunto il picco nel 2013 e ha poi preso a crollare, soprattutto tra le giovani donne sotto i 24 anni: esattamente la fascia che ha beneficiato delle prime campagne vaccinali gratuite avviate nel 2007-2008.
“La diminuzione nelle ragazze è la prova lampante di quanto il vaccino funzioni”, avverte Alessandra Latini, responsabile del Centro MST. “Ma non basta: serve spingere l’adesione, soprattutto fra i più giovani”.
Il problema? Le coperture restano scandalosamente basse. La vaccinazione gratuita è stata estesa ai ragazzi solo nel 2017, ma i dati 2023 del Ministero della Salute parlano chiaro:
Dodicenni → 45 % di copertura nelle ragazze, 39 % nei ragazzi.
Quindicenni → 70 % nelle ragazze, 58 % nei ragazzi.
L’OMS pretende il 90 % entro il 2030; l’Italia è lontanissima dal bersaglio.
Lo studio traccia anche il profilo socio-comportamentale di chi riceve la diagnosi di condilomi:
- 61,9 % uomini eterosessuali.
- 36,9 % persone tra 25 e 34 anni.
- 4,4 % positivi all’HIV fra chi si è sottoposto al test.
Numeri che smentiscono il falso mito di una malattia “da adolescenti” e mostrano come la finestra di rischio si estenda ben oltre l’età scolastica.
“Questo risultato conferma la forza della prevenzione e l’importanza della sorveglianza epidemiologica”, incalza Maria Concetta Fargnoli, direttore scientifico ISG. “Rafforzare la vaccinazione HPV significa difendere la salute sessuale e pubblica delle nuove generazioni”.
Sulla stessa linea Livio De Angelis, direttore generale IFO: “Serve investire in ricerca e collaborazione multidisciplinare per far diventare la prevenzione la norma, non l’eccezione”.
Il vaccino c’è, funziona e lo Stato lo paga. Eppure meno della metà dei nostri dodicenni è protetta. Le evidenze scientifiche raccontano un successo negato da inerzia burocratica, disinformazione e indifferenza politica. Continuare a ignorare il problema significa accettare che migliaia di ragazzi e ragazze si ammalino — e talvolta muoiano — per un’infezione che oggi si può prevenire con due punture gratuite.
Il tempo delle mezze misure è finito: o l’Italia decide di fare sul serio, o le condilomatosi (e i tumori HPV-correlati) continueranno a riempire ambulatori e reparti. La scienza ha già fatto il suo; adesso tocca a noi.