Stamani a Roma, al Parco della Musica, Emanuele Orsini ha letto la sua prima relazione da presidente di Confindustria, confermando con le sue parole di essere "appiattito" sulla linea del governo Meloni.
Tanto per capirci, tutto quello che poteva dire di positivo dell'attuale esecutivo, lo ha detto. Invece quello che avrebbe potuto dire di negativo, ad esempio l'autonomia differenziata, lo ha taciuto... non ne ha proprio parlato.
Se non fosse stato "concordato" così, difficile che Meloni si sarebbe fatta vedere e ancor più difficile che avrebbe preso la parola.
Che cosa ha detto Meloni? Quello che dice da sempre... Che il suo governo è il meglio d'Europa, che quello che ha fatto lei non lo ha fatto nessun altro, che lei ha investito in questo e quello, e che grazie a lei mai come adesso vi sono così tanti occupati in Italia.
La cosa più vera che la premier ha detto? Questa:
"È arrivato il momento che ci facciamo rincorrere noi e lo possiamo fare".
Naturalmente, l'affermazione è stata da lei pronunciata in senso positivo, ma è più corretta interpretarla in senso opposto.
Il suo governo non ha un piano industriale, una visione strategica... escludendo le assurdità senza senso, propagandistiche e ideologiche, come ad esempio il piano Mattei... Finora ha rimodulato provvedimenti già presi da altri, vedi la Zes, ed ha campato sui piani di cantierizzazione delle opere del PNRR, che sono ben al di là dall'essere avviate, per continuare a ricevere soldi da Bruxelles. È questo il miracolo fatto da Fitto.
Adesso, però, Meloni si trova a dover mettere insieme una legge di Bilancio senza sapere come finanziarla, dovendo scegliere se rientrare dei soldi che l'Italia deve a Bruxelles, oppure mantenere in vita le poche misure che aveva introdotto negli anni precedenti.
Per questo, quando Meloni dice che il momento in cui farsi rincorrere è arrivato diventa, per la prima volta, molto credibile.