Nel grande gioco diplomatico creatosi a Roma per le esequie di papa Francesco, l'immagine che resterà impressa è quella di Donald Trump che parla faccia a faccia con Volodymyr Zelensky, accompagnata dall'altra che vede i due presidenti di Stati Uniti e Ucraina  insieme ai leader di Francia e Regno Unito, Emmanuel Macron e Keir Starmer. Della padrona di casa, la premier Giorgia Meloni, in entrambe le foto non c'è traccia. Non è però un problema dell'obiettivo... il motivo è molto semplice e non è sfuggito a nessuno: Meloni non c'era perché l'Italia è spettatrice di trattative in cui, al momento, non ha alcun ruolo.

E non solo in relazione alla guerra in Ucraina, anche sul fronte dei dazi. Doveva essere Meloni ad organizzare un incontro tra Trump e Ursula von der Leyen. Invece, la presidente della Commissione Ue e il presidente degli Stati Uniti si sono scambiati una stretta di mano prima che iniziasse la cerimonia funebre, accompagnando il gesto con la promessa di rivedersi tra non molto. E Meloni? Assente.

Ad affondare il coltello nella piaga, i successivi incontri di Zelensky, prima con Macron e poi con Starmer. 

A soccorrere l'immagine pubblica di Palazzo Chigi, il presidente ucraino ha poi avuto un incontro di ripiego anche con Giorgia Meloni, che ha cercato di rintuzzare le sberle mediatiche ricevute in precedenza, utilizzando toni tanto trionfalistici, quanto (per lei) inappropriati: «È una giornata storica. Vedere Trump e Zelensky che parlano di pace al funerale del papa della pace ha un significato enorme».

Quale sia il significato, però, non è stato precisato... meglio non correre rischi. Quello che invece Meloni ha voluto sottolineare è che nel corso dell'incontro lei e Zelensky hanno «ribadito il sostegno agli sforzi del Presidente Trump per il raggiungimento di una pace giusta e duratura, capace di garantire un futuro di sicurezza, sovranità e libertà all'Ucraina».

E che cos'altro poteva dire Meloni? Le rivendicazioni italiane – il cessate il fuoco incondizionato come primo passo verso la pace, il ruolo di garanzia europea, la proposta di un contingente di pace – restano solo nobili princìpi senza alcuna sostanza, perché del pacchetto discusso da Trump e Zelensky fa parte anche il ruolo di garanzia dell'Europa, con un contingente formato da "volenterosi" di cui l'Italia non vuole (e non può, perché metterebbe a rischio il governo a causa delle posizioni pro Putin della Lega) far parte.

Per Meloni, dalla propaganda a supporto del suo governo, è stato disegnato il ruolo di pontiera... Peccato però che lei non sia in grado di costruire ponti e, ancor peggio, non sia in grado di gestire quelli esistenti.