Il quotidiano La Stampa ha pubblicato questo venerdì un'intervista fatta a Papa Francesco lo scorso 6 agosto. Eccone di seguito alcuni passaggi che riguardano due temi di particolare attualità, anche nel nostro Paese: sovranismo e migrazioni.


Quali i pericoli dai sovranismi?
«Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. "Prima noi. Noi… noi…": sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un'esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre».

E i populismi?
«Stesso discorso. All'inizio faticavo a comprenderlo perché studiando Teologia ho approfondito il popolarismo, cioè la cultura del popolo: ma una cosa è che il popolo si esprima, un'altra è imporre al popolo l'atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, "ismi", non fa mai bene».

Qual è la via da percorrere sul tema migranti?
«Innanzitutto, mai tralasciare il diritto più importante di tutti: quello alla vita. Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dall'Africa. Sulla guerra, dobbiamo impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente l'Africa. Il continente africano è vittima di una maledizione crudele: nell'immaginario collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione è investire lì per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi migratori».

Ma dal momento che arrivano da noi come bisogna comportarsi?
«Vanno seguiti dei criteri. Primo: ricevere, che è anche un compito cristiano, evangelico. Le porte vanno aperte, non chiuse. Secondo: accompagnare. Terzo: promuovere. Quarto integrare. Allo stesso tempo, i governi devono pensare e agire con prudenza, che è una virtù di governo. Chi amministra è chiamato a ragionare su quanti migranti si possono accogliere».

E se il numero è superiore alle possibilità di accoglienza?
«La situazione può essere risolta attraverso il dialogo con gli altri Paesi. Ci sono Stati che hanno bisogno di gente, penso all'agricoltura. Ho visto che recentemente di fronte a un'emergenza qualcosa del genere è successo: questo mi dà speranza. E poi, sa che cosa servirebbe anche?».

Che cosa?
«Creatività. Per esempio, mi hanno raccontato che in un paese europeo ci sono cittadine semivuote a causa del calo demografico: si potrebbero trasferire lì alcune comunità di migranti, che tra l'altro sarebbero in grado di ravvivare l'economia della zona».


In pratica, Bergoglio riprende l'idea di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che la propaganda sovranista, anzi neofascista, ha cercato di far passare come un delinquente, senza dimenticare poi che le inchieste nei suoi confronti sono state promosse da un governo a guida Pd.

Francesco ha poi trattato anche il tema dell'ambiente, decisivo per il futuro dell'umanità, compiacendosi dell'interesse per l'argomento da parte delle nuove generazioni, utilizzando Greta Thunberg come esempio: «Ho visto un loro cartello che mi ha colpito: "Il futuro siamo noi!". Significa promuovere un'attenzione alle piccole cose quotidiane che «incide nella cultura, perché si tratta di azioni concrete. E poi, soprattutto, crea e diffonde la cultura di non sporcare il creato».

Da segnalare che il capitano (duce) del sovranimo italico (fascismo) non ha ancora pubblicato sul profilo gogna del social dell'odio l'intervista del Papa, nei confronti del quale incanalare gli insulti delle belve feroci che formano le mandrie dei suoi sostenitori. Probabilmente, ritenendo di doversi mascherare da premier in un prossimo futuro ha deciso di evitare incidenti che possano penalizzarlo ulteriormente nei confronti del Vaticano.