Il grande manovratore
Penso che siamo l’unico popolo al mondo che riesce a ridere di cuore sulle proprie disgrazie, l’ha capito Grillo che ci ha costruito sopra il suo più grande successo di pubblico con i suoi spettacoli itineranti e ci ha pure organizzato un movimento a livello nazionale che oggi rappresenta la maggioranza relativa al Parlamento.
Però ci passa una bella differenza se si paga il biglietto per andare a farci quattro risate in un teatro con il comico che va per la maggiore, ma se il comico organizza uno spettacolino ad hoc per i suoi adepti eletti al Parlamento allo scopo di dileggiare un premier che ha svolto con onore i suoi incarichi di governo non è accettabile e dimostra la pochezza di un individuo che parla di democrazia diretta ma la pratica nei modi e nelle occasioni che gli fanno più comodo.
Chiamato da Grillo a guidare due “difficili” coalizioni prima con la Lega e poi con il PD che avevano il primario obiettivo di annientare il Movimento, il premier Conte ha sostenuto con convinzione i principi del movimento traducendoli in provvedimenti concreti. Ha fatto lavorare due governi nati morti per volontà degli “alleati” nonostante una pandemia che ha mietuto più di centomila vite, ha ottenuto fondi europei per evitare il crollo economico del Paese. Il garante, non certo in preda a una visione, gli affidava la revisione dello statuto del Movimento che manifestava la sua debolezza strutturale e l’inadeguatezza dei criteri di selezione degli eletti al Parlamento ma, letta la bozza, lo definiva un individuo privo di visione politica, di capacità manageriali e altre spiacevoli caratteristiche.
Mi chiedo perché Grillo abbia chiesto a Conte di rivedere lo statuto, poteva affidare questo compito ai precedenti redattori che avrebbero fatto tutto secondo le sue “visioni” ed esigenze di “papà” del movimento.
Le “attività” proposte dai Meet Up – amici di Beppe Grillo - erano gite, passeggiate, corsi di lingue, non occasioni di confronto e di lavoro per migliorare se stessi e gli altri ma i soliti punti di aggregazione che servivano come serbatoi di voti al momento delle varie elezioni e far guadagnare qualche euro agli organizzatori di alcune attività. Grillo insieme ai suoi avvocati hanno ideato uno statuto prendendo a modello un sistema che ruota intorno ad un centro: Grillo/sole e tutti pianetini che svolazzano (prima di cadere) e dipendono dalla sua luce e dalle sue” visioni”.
Negli Stati Uniti questi fenomeni di aggregazione sono diffusissimi inoltre non si contano più le sette e le chiese di ogni genere che sorgono intorno ai predicatori di professione che incassano fior di dollari solo parlando per televisione, raccolgono adepti ai quali impongono le regole della comune, la principale delle quali è l’obbedienza incondizionata al fondatore: chi va alla ricerca della libertà e della coscienza del sé non è la via giusta affidarsi a dei manipolatori: dati gli scontri in corso Berlusconi non ha insegnato nulla agli italiani.
Quello che sta accadendo in questo movimento comunque non riguarda solo gli iscritti, coinvolge tutti coloro che non votano da decenni e che stanno valutando se l’ex premier Conte sia una reale possibilità per rimettersi in gioco politicamente. A chi non vota da trent’anni come me non interessano i “movimenti” ma delle comunità dove incominciare a ricostruire concretamente questo Paese distrutto dall’egoismo che è stata la materia prima per elaborare effimeri modelli di successo, illusioni e la perdita di valori essenziali per vivere una vita dignitosa per tutti. Ognuno ha il diritto e il dovere di contribuire con quello che dispone, foss’anche la volontà di capire le reali ragioni delle devianze istituzionali usando il proprio discernimento senza farsi irretire dagli imbonitori della carta stampata e delle televisioni pubbliche e private e dai guru.
Sarebbe opportuno avere a disposizione lo statuto del Movimento, leggerlo e approfondirlo e poter fare la stessa cosa con la bozza elaborata dall’ex premier: sono convinta che a Conte guardano non solo parte dei 5S ma soprattutto gli astensionisti dove troverebbe molti cittadini che hanno avuto l’onestà morale ed intellettuale di rifiutarsi di diventare complici di un sistema mafioso e corrotto e mal sopportano i “padri” fondatori perché sono abituati a pensare con la propria testa e a confrontarsi senza umiliare o offendere l’interlocutore. Questa parte dell'elettorato gli offrirebbe un rapporto "tra adulti" indipendentemente dall'età biologica.
La strategia che sta usando Grillo è ben studiata, nulla è lasciato al caso e questo grazie anche allo statuto in vigore curato nei minimi particolari: firmare è un patto di ferro tra il garante e il sottoscrittore. Il garante ha obbligato Crimi ad indire la votazione di un organo collegiale per la linea politica del movimento dopo aver fatto lavorare per mesi Conte ad uno statuto che ha preso a pretesto per indebolirne il consenso guadagnato con il buon governo offerto in questi due anni. Anche l’ultimo dei compromessi scaturiti dalla mediazione di eri ha una nota stonata: il garante rinuncia alla votazione sulla piattaforma perché conclude un "accordo" che si concretizza con un’elezione di fatto di un gruppo di 7 membri, i più rappresentativi del movimento, che dovranno analizzare il nuovo statuto elaborato da Conte e apportarvi le dovute modifiche (come da lui richieste) al sol scopo di sottrarre un progetto politico che il premier intendeva utilizzare per suo conto.
Il manovratore usa i 7 membri più rappresentativi come scudo per sottrarsi alle critiche che gli sono piovute a cascata dagli iscritti e dai simpatizzanti del suo movimento: Di Maio & C. devono assumersi la responsabilità di modificare la bozza anche andando contro gli accordi presi lo scorso febbraio prima di accettare un incarico che avrebbe messo in discussione il ruolo del garante.
L'aspetto assurdo della vicenda che nessuno oltre al garante conosce il contenuto della bozza di revisione dello statuto.
Le responsabilità di governo impongono regole precise e un'organizzazione operativa su tutto il territorio che permette scambi di informazioni, idee e progettualità nell'interesse della collettività adottando un codice deontologico e morale serio.
La colpa di Conte è di essere una persona seria e trasparente e di essersi fidato del soggetto sbagliato: ha dalla sua il duro lavoro che ha svolto con tenacia e onestà ma non si è accorto che nel movimento ci sono parecchi "minorenni" che dipendono totalmente dal “papà”.
Grillo ha sempre avuto gioco facile con i giovani, soprattutto con quelli che si sono trovati seduti in Parlamento grazie non a lui ma ai voti di molta gente che in buona fede speravano in un cambiamento e invece di sentire la responsabilità per quella delega dimostrano riconoscenza al soggetto sbagliato.