Mercoledì mattina, il presidente del Consiglio Conte chiederà alla Camera di approvare fino al prossimo 15 ottobre lo stato d'emergenza in relazione all'attuale pandemia, proclamato alla fine dello scorso gennaio e in scadenza il prossimo 31 luglio.

Martedì, Giuseppe Conte ha sottoposto la stessa richiesta all'aula del Senato spiegandone la necessità con le argomentazioni riportate di seguito.

"Ricordo che la dichiarazione dello stato d'emergenza è prevista dal codice della Protezione civile e costituisce il presupposto per l'attivazione di una serie di poteri e facoltà necessari per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali in atto. Tra questi poteri, il più intenso è certamente quello d'ordinanza, strumento fondamentale di cui dispone proprio la Protezione civile per realizzare interventi che, in assenza di quella specifica precondizione, ossia lo stato d'emergenza, non potrebbero essere attuati, quantomeno non con analoga speditezza. Quel potere d'ordinanza consente infatti di emanare norme in deroga a ogni disposizione vigente, ovviamente nei limiti e con le modalità indicati nella deliberazione dello stato d'emergenza e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico delle norme dell'Unione europea".

Perché Conte vuole estendere lo stato di emergenza fino ad ottobre? Lo ha spiegato così:

"Perché cesserebbero di avere effetto le ordinanze - è chiaro che sfuggono le singole ordinanze, ma vorrei ricordare che sono state adottate ben 38 ordinanze, di cui quattro attualmente al vaglio della Ragioneria generale dello Stato - così come i conseguenti provvedimenti attuativi.A puro titolo di esempio cito alcune delle misure che perderebbero ex abrupto la loro efficacia: l'allestimento e la gestione delle strutture temporanee per l'assistenza alle persone risultate positive; l'impiego del volontariato di Protezione civile; il reclutamento e la gestione di task force di personale sanitario a supporto delle strutture regionali e - attenzione - degli istituti penitenziari; la prosecuzione dell'attività relativa al numero verde 1500 per l'assistenza alla popolazione; il pagamento dilazionato delle pensioni presso gli uffici postali per evitare assembramenti; l'attribuzione all'Istituto superiore di sanità della sorveglianza epidemiologica.Menziono inoltre l'attivazione del sistema CROSS, di cui forse non riconosciamo comunemente l'importanza. La sigla CROSS sta per Centrale remota operazioni di soccorso sanitario: in caso di mancanza di posti letto nei reparti di terapia intensiva di una Regione, quando c'è sovraffollamento, CROSS interviene per prevedere - dopo il nostro intervento normativo, addirittura obbligatoriamente - la ripartizione e il trasferimento dei pazienti in ospedali situati in altre Regioni.Tra le misure che perderebbero efficacia vi è anche quella che consente di noleggiare navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti e non sfugge a nessuno quanto sia attuale il ricorso a questo strumento che concorre, insieme agli altri apprestati dalle autorità, a un ordinato svolgimento della quarantena a tutela della sanità pubblica. Proprio a tale riguardo, infatti, gli uffici e le strutture dei Ministeri competenti sono intensamente impegnati a far fronte a una situazione complessa, che va affrontata con risoluzione, efficacia e tempestività.Siamo veramente convinti di voler interrompere tutte queste attività? Ne ho citate alcune a titolo esemplificativo. Non solo, se lo stato di emergenza non fosse prorogato, cesserebbe la funzione di coordinamento attribuita al capo della Protezione civile, così come decadrebbero i poteri straordinari attribuiti ai molteplici soggetti attuatori, designati per l'espletamento di una miriade di specifici compiti, che non vi sto ad elencare. I soggetti attuatori per la maggior parte dei casi sono i Presidenti delle Regioni, oltre che il Segretario generale del Ministero della salute e i soggetti attuatori responsabili della gestione della sorveglianza sanitaria dei migranti.Verrebbe a cessare le proprie funzioni anche il comitato tecnico-scientifico, che in questi mesi - è noto a tutti - ha svolto un ruolo importante nel sostenere e motivare con evidenze scientifiche le decisioni del Governo, sia nella fase della progressiva limitazione delle relazioni di comunità e della sospensione delle attività economiche e commerciali, sia nella delicata fase della loro graduale riapertura e del progressivo ritorno alla normalità.A questo occorre poi aggiungere che al 31 luglio, data di cessazione dello stato di emergenza, sono correlati numerosi termini contenuti in provvedimenti normativi di rango primario, e anche secondario, adottati durante lo stato di emergenza.Com'è noto, molte disposizioni assumono come riferimento temporale della loro efficacia la cessazione dello stato di emergenza - si tratta, quindi, di un riferimento temporale per relationem - mentre altre prevedono termini di efficacia a date diverse, ma comunque anche in questo caso determinate per relationem alla data di scadenza dello stato emergenziale. Anche qui faccio un esempio per essere ancora più chiaro e cito per tutte una disposizione emblematica, l'articolo 122 del decreto-legge n. 18 del 2020. Tale norma, nell'istituire il commissario straordinario dispone, al suo quarto comma, che le sue funzioni cessino alla scadenza dello stato di emergenza o delle relative eventuali proroghe. Quindi, la mancata proroga dello stato di emergenza finirebbe per far cessare l'operatività del commissario, il cui lavoro, accanto a quello della Protezione civile, si sta rivelando fondamentale. La struttura commissariale, infatti, sta continuando a svolgere i suoi compiti, con particolare riguardo alla produzione e alla distribuzione di beni strumentali utili a contenere e a contrastare l'emergenza - parliamo ovviamente delle note apparecchiature e dei dispositivi medici di protezione individuale - ma anche al potenziamento della capienza delle strutture ospedaliere, con specifico riferimento ai reparti di terapia intensiva e subintensiva, nonché al rafforzamento delle filiere produttive dei beni necessari per il contrasto all'emergenza. Sta inoltre ponendo in essere un'importante attività di sostegno al Ministero della giustizia per assicurare il regolare svolgimento delle attività processuali, rese difficili, com'è noto, dalle esigenze di distanziamento. Soprattutto in questa fase la struttura commissariale sta procedendo all'acquisizione e alla distribuzione delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione individuale, nonché di ogni altro bene strumentale, compresi gli arredi utili a garantire per settembre l'ordinato avvio dell'anno scolastico. .Sono più di 10 milioni le persone, tra studenti, insegnanti e personale amministrativo, che dovranno rientrare nelle scuole nella massima sicurezza ed è obiettivo da tutti riconosciuto come prioritario. Ovviamente le forze di maggioranza e di opposizione si uniscono verso questo obiettivo che, per essere raggiunto, richiede uno sforzo molto elevato, uno sforzo anche collettivo in termini di organizzazione, di rapido reperimento di spazi e strumentazioni adeguate. È una grande sfida per il Paese.Parimenti correlate alla data del 31 luglio sono anche le misure previste dal decreto-legge n. 33 del 2020, il cosiddetto decreto-legge riaperture. Ai sensi dell'articolo 3 di tale decreto, le misure si applicano, salvo eccezioni, dal 18 maggio al 31 luglio 2020. Tra le misure in questione figurano anche specifiche prescrizioni comportamentali che sono risultate e risultano decisive per il contenimento del contagio: ad esempio, il divieto di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, l'obbligo di assicurare il mantenimento della distanza di almeno un metro nelle riunioni".

In pratica, non essendo ancora disponibile un vaccino, essendo il virus ancora in circolazione, essendo dimostrato da altri Paesi che un allentamento delle misure di cautela finora adottate farebbe automaticamente allargare il contagio, Conte ha ricordato ai senatori che ad oggi è logico mantenere lo stato di emergenza ancora per qualche mese, per poi valutare l'evolversi della situazione.

Come hanno accolto l'invito le opposizioni (FdI, Lega e FI)?

Ovviamente dicendo che non era più necessario. Ed è anche inutile aggiungere che se Conte avesse detto di toglierlo, avrebbero invece gridato che era necessario mantenerlo.

Per Lega, FdI e Forza Italia, non ne esiste più la necessità e pertanto lo stato di emergenza non va prorogato, come ha spiegato il senatore Salvini all'inizio del suo intervento: 

"Si può prorogare lo stato di emergenza? La risposta è negativa e lo è per un motivo molto chiaro, cioè che la situazione di fatto non esiste. Se non c'è uno stato di emergenza, non si può dichiarare l'esistenza di uno stato di emergenza".

Un concetto ripetuto più volte nel suo discorso, alla maniera del compianto Achille Campanile, con la sola differenza che lui faceva ridere, mentre Salvini fa solo inorridire,insieme agli estremisti di destra disposti a barattare gli interessi delle loro botteghe persino con la salute degli italiani, gli stessi che pretendono di voler rappresentare.

Com'è finita?

Il Senato ha approvato la richiesta di Conte con 157 voti a favore, 125 contrari e 3 astenuti.