Lucia Borgonzoni, senatrice leghista, da qualche tempo indossa spesso una maglietta con su scritto "parliamo di Bibbiano". Probabilmente - è in primo luogo una speranza per chi le sta vicino - la Borgonzoni avrà più di una di quelle magliette, visto che ne fa frequente uso, specialmente in prossimità di una qualche telecamera.
Che cosa vuol dimostrare? Che il Partito Democratico sarebbe responsabile della vicenda su cui la magistratura sta indagando e che ipotizza una gestione degli affidi dei minori, che coinvolge alcune Asl emiliane, come minimo assurda se non addirittura truffaldina, comunque penalmente rilevante. Che cosa abbia a che fare il Pd con tutto questo non è dato saperlo, escludendo il coinvolgimento nell'inchiesta del sindaco di Bibbiano, a cui sono imputati reati di carattere amministrativo legati al suo incarico.
Nonostante ciò, secondo Lucia Borgonzoni (e la Lega) il Pd sarebbe a capo di una specie di organizzazione per consentire che degli assistenti sociali e degli psicologi incrementassero gli introiti sui loro conti correnti togliendo senza motivo dei bambini a delle famiglie, per assegnarli ad altre.
Su che cosa fondi, la senatrice Borgonzoni, tale accusa pur evitando di dichiararla apertamente? Non è dato sapere. Il fatto è che la Borgonzoni è la candidata della Lega che partecipa alle prossime elezioni in Emilia Romagna per diventare il nuovo presidente della regione.
Quindi, qualunque argomento per alimentare la propria propaganda, vero o falso che sia, è ben accetto. In questo caso, però, come già ha dichiarato ufficialmente chi conduce l'inchiesta, non esiste alcun motivo per credere che i fatti legati alla vicenda di Bibbiano siano associabili al Pd, in quanto partito, sia a livello locale, regionale e nazionale.
Veniamo adesso ad un'altra vicenda che riguarda invece la Lega ed i 49 milioni che una sentenza passata in giudicato ha stabilito che sono stati incassati indebitamente da quel partito, che poi si è ben guardato dal restituirli.
A Livorno, come da altre parti, l'Unione Sindacale di Base ha deciso di affiggere alcuni volantini contro la disposizione di legge che prevede l'uso delle impronte digitali per controllare i dipendenti pubblici. Tali volantini - come dichiarato dalla stessa USB - "sono stati sistemati nelle varie bacheche sindacali e uno di essi anche in un piedistallo, sempre vuoto, di fronte all'URP. Una pratica da sempre diffusa e mai condannata, tant'è che per oltre due mesi il volantino è rimasto lì dov'era. Fino a quando la consigliera leghista Costanza Vaccaro, mercoledì 11 settembre, ha deciso di organizzare un ridicolo siparietto con tanto di video pubblicato su Facebook" con cui ne chiede e ne ottiene la rimozione.
Secondo la leghista livornese, un frase contenuta nel volantino - "manco li avessimo rubati noi i 49 milioni" - è da ritenersi offensiva nei confronti del suo partito... nonostante la Lega sia stata effettivamente condannata in via definitiva per la sparizione di quei soldi!
Vedete come è stranamente singolare il mondo disegnato dalla propaganda leghista? Le altre forze politiche vengono additate come colpevoli di qualsiasi nefandezza, anche di quelle che non hanno compiuto, mentre alla Lega non si deve ricordare un reato di cui è responsabile, peraltro accertato ufficialmente ed in via definitiva da un tribunale.