L'emergenza amianto in Italia resta un problema drammatico e irrisolto. Nonostante la messa al bando ufficiale nel 1992 con la legge 257, il ritardo nelle bonifiche e nella mappatura completa del territorio lascia il Paese esposto a un rischio sanitario di proporzioni allarmanti.
Secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), in Italia sono presenti circa 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Ufficialmente risultano censiti 100mila siti contaminati, ma le stime reali parlano di almeno un milione di siti e micro-siti sparsi su tutto il territorio. Ancora oggi, circa 58 milioni di metri quadrati di coperture in cemento-amianto sono in stato di degrado.
L'amianto è presente in edifici pubblici e privati, scuole, ospedali, treni, tetti e tubature. Particolarmente critica è la situazione degli istituti scolastici: l'ONA continua a ricevere segnalazioni di amianto in asili nido, scuole materne ed elementari. Negli anni passati, l'uso di materiali come il DAS contenente fino al 30% di crisotilo ha ulteriormente aggravato l'esposizione del personale scolastico. Solo nelle ultime settimane, sono stati segnalati quattro casi di mesotelioma tra i docenti.
Grave anche la situazione degli ospedali: ad oggi sono oltre 250 le strutture sanitarie in cui è stata accertata la presenza di amianto, con una mappatura ancora parziale.
Non meno preoccupante è la condizione della rete idrica: circa 300.000 chilometri di tubazioni, su un totale di 500.000 chilometri, contengono amianto, essendo stati realizzati prima dell'entrata in vigore del divieto.
L'Italia continua così a pagare il prezzo altissimo di una mancata bonifica sistematica. L'ONA chiede un piano di intervento urgente e la piena applicazione delle normative vigenti per tutelare la salute pubblica.