Martedì il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il Consiglio di sicurezza in corso ha affermato che non vi sono scuse per il "terribile" atto di violenza commesso da parte dei combattenti di Hamas lo scorso 7 ottobre, ma ha anche messo in guardia contro la "punizione collettiva" dei palestinesi e le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. Inoltre, Guterres ha detto che l'attacco di Hamas "non è avvenuto nel vuoto" e che il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione.

In precedenza anche il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, in una lettera inviata a alla sua diocesi, aveva espresso un'opinione pressoché analoga.

Lunedì, anche Josep Borrell, ministro degli Esteri della Commissione Ue, sconfessando il sostegno ai guerrafondai della confusissima presidente Ursula von der Leyen, che ormai è diventata  una pallina da flipper che rimbalza da una posizione all'altra per cercare di ottenere il maggior numero possibile di consensi per essere riconfermata nel proprio incarico dopo le prossime elezioni europee, aveva affermato di sostenere l'appello del segretario generale delle Nazioni Unite per una pausa nel conflitto per consentire a molti più aiuti umanitari di raggiungere i civili palestinesi all'interno della Striscia di Gaza.

Dopo un incontro dei ministri degli Esteri dell'UE a Lussemburgo in vista del Consiglio Ue di giovedì e venerdì, Borrell ha affermato che esiste un "consenso di base" sulla proposta. Ma i diplomatici di tre paesi dell'UE, parlando in condizione di anonimato, hanno detto che il consenso di base era una pia illusione. Facile credere che una posizione contraria ad una sospensione del genocidio in corso a Gaza sia sostenuta da Germania, Italia e Francia, i cui leader - per ragioni diverse - sostengono la posizione dell'evidentemente incapace Biden nel voler appoggiare ad ogni costo l'uccisione indiscriminata di migliaia di civili palestinesi.

La Germania, per evitare ai neonazisti della Alternative für Deutschland  (ottimi alleati della Lega di Salvini) di manifestare contro gli ebrei, ha vietato le manifestazioni pro palestinesi in tutto il Paese, da parte di chiunque! Un atto di vera democrazia!!! E come se non bastasse, se nelle scuole della federazione qualcuno si azzardasse a dire Palestina libera o a mostrare una bandiera palestinese o a indossare una kefiah verrebbe espulso. 

L'Italia supporta lo sterminio in atto a Gaza per la vicinanza politica al governo di estrema destra del criminale di guerra (in fieri) Benjamin Netanyahu, e per il fatto che quanto sta accadendo in Medio Oriente viene interpretato non in conseguenza dell'apartheid, ma come un attacco dell'Islam contro ebrei e cristiani, in modo da alimentare la propaganda politica anti-migranti da rivendere al proprio elettorato.

Più o meno sulla stessa linea, la posizione del presidente francese Macron, che oggi si è recato a Tel Aviv per mettere sullo stesso piano l'Isis e Hamas, due movimenti che tra loro stanno su due pianeti completamenti diversi anche in base a chi li finanzia, aggiungendo che la coalizione occidentale che combatte l'Isis potrebbe puntare le armi contro Hamas. Per mitigare le critiche della sinistra in Parlamento, Macron è andato anche a Ramallah ad incontrare un altro leader di se stesso, Abu Mazen, per dirgli che una soluzione alla questione palestinese è oramai improcrastinabile!

Le parole di Guterres hanno fatto infuriare l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Eli Cohen, che ha definito le parole del segretario generale scioccanti, chiedendone addirittura le dimissioni

Poi su Twitter, ha scritto:

"La sua dichiarazione secondo cui gli attacchi di Hamas non sono avvenuti nel vuoto esprime comprensione per il terrorismo e l'omicidio. È davvero triste che il capo di un'organizzazione nata dopo l'Olocausto abbia opinioni così orribili".

Praticamente un classico... l'ebreo vittima che non solo commette crimini riconosciuti come tali da qualsiasi trattato internazionale, ma pretende anche di esserne autorizzato spendendo come credito la carta dell'olocausto, senza neppure rendersi conto che, facendo in questo modo, finiscono per ucciderle una seconda volta.

Ma che cosa non ha digerito l'ambasciatore Cohen? Che Guterres abbia anche detto che

"la protezione dei civili è fondamentale in qualsiasi conflitto armato... proteggere i civili non può mai significare usarli come scudi umani... proteggere i civili non significa ordinare a più di un milione di persone di evacuare verso il sud, dove non ci sono ripari, cibo, acqua, medicine e carburante, e poi continuare a bombardare anche il sud stesso... proteggere i civili non può mai significare usarli come scudi umani..."

Per poi aggiungere:

"Sono profondamente preoccupato per le evidenti violazioni del diritto internazionale umanitario a cui stiamo assistendo a Gaza. Voglio essere chiaro: nessuna delle parti coinvolte in un conflitto armato è al di sopra del diritto umanitario internazionale".


Dopo due settimane senza rifornimenti, bloccati volontariamente da Israele per uccidere quanti più civili possibili anche senza utilizzare le armi (i rifornimenti fatti entrare con il contagocce sono una messinscena per far credere a degli imbecilli che gli aiuti sono stati fatti entrare), la situazione in tutta Gaza sta diventando ancor più drammatica di quanto già non lo sia adesso, tanto che l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha avvertito che se il carburante non entrerà nella Striscia, sarà costretta a sospendere le operazioni mercoledì notte.

Questo è quanto ha dichiarato Tamara Al-Rifai, portavoce dell'UNWRA, alla BBC:

"Se non otteniamo carburante non possiamo lavorare e le persone possono morire. Abbiamo bisogno di carburante affinché i nostri camion possano raccogliere gli aiuti. Abbiamo bisogno di carburante per i nostri impianti di desalinizzazione dell'acqua, in modo che le persone possano avere accesso all'acqua pulita. Gli ospedali hanno bisogno di carburante, per macchine salvavita senza le quali le persone possono morire. Non va bene non permettere alle Nazioni Unite e alla più ampia comunità umanitaria di avere accesso a qualcosa di così fondamentale come il carburante per le nostre auto".

E mentre Israele ha intensificato i bombardamenti su tutta Striscia, a nord e a sud (in precedenza definita zona sicura), la dottoressa May Al Kaila, ministro della Sanità dell'Autorità Palestinese in una conferenza stampa ha affermato che gli ospedali di Gaza non possono più ricevere nuovi pazienti. 12 ospedali attualmente non sono operativi a causa dei raid aerei israeliani o per la mancanza di carburante. Gli altri ospedali non possono più accogliere pazienti a causa del sovraffollamento: per curare i feriti vengono utilizzati pavimenti e corridoi. Il solo ospedale di Al-Shifa dà rifugio a 50.000 sfollati. I medici operano nei corridoi utilizzando i telefoni cellulari per farsi luce. Il collasso del sistema sanitario significa che ai pazienti affetti da cancro, a quelli in dialisi, ai neonati nelle incubatrici, a chiunque abbia bisogno di ossigeno non potrà più esser fornito supporto. Dal 7 ottobre sono stati uccisi almeno 65 operatori sanitari, tra cui infermieri e medici.

Solo elle ultime 24 ore, secondo quanto riportato dal Ministero della Sanità di Gaza, sono state 704 le persone uccise nei raid aerei israeliani. In totale, si avvicina a 6mila il numero dei palestinesi uccisi dai militari israeliani (96 in Cisgiordania), mentre quello dei feriti ha superato i 16mila.

Nonostante ciò, il genocidio prosegue.