Chico Forti è atterrato all’aeroporto di Pratica di Mare su un Falcon dell’Aeronautica Militare. Ad accogliere il 65enne trentino, condannato all'ergastonolo negli Stati Uniti d'America, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Chico Forti è tornato in Italia. Fiera del lavoro del Governo italiano.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) May 18, 2024
Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione. pic.twitter.com/EiPDtb854L
Non solo il rientro di un ergastolano ha meritato il saluto all'aeroporto da parte della premier (post) fascista come se fosse un capo di Stato, ma anche il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, non è voluto essere da meno...
Bentornato a casa Chico. Un nuovo successo della diplomazia italiana e del governo. Grazie a un gioco di squadra, silenzioso ed efficace, riportiamo in Italia un nostro concittadino dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti. Sono orgoglioso del nostro lavoro. pic.twitter.com/p3NJ7Tp27G
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) May 18, 2024
Poteva non far parte (virtualmente) del comitato di accoglienza anche l'altro vicepremier Matteo Salvini? Certo che no...
Bentornato in Italia, Chico! 🇮🇹 💪 pic.twitter.com/2Bnallnunp
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) May 18, 2024
Riassumendo, i vertici del governo italiano hanno celebrato il rientro in Italia di una persona condannata all'ergastolo per omicidio, come se fosse un eroe e avesse compiuto chissà quale impresa!
Sono gli stessi politici che ritenevano dovuto e sensato che una loro concittadina, Ilaria Salis, fosse detenuta da mesi in Ungheria, in regime di carcere duro in attesa che venisse istruito nei suoi confronti uno straccio di processo, con l'accusa di terrorismo per aver aggredito a Budapest un paio di persone che sono state giudicate guaribili in meno di una settimana. Non solo. La magistratura ungherese non è stata finora in grado di mostrare delle prove che collegassero la Salis all'aggressione e ne giustificassero l'arresto e, soprattutto, la detenzione.
Sono gli stessi politi che per anni hanno gridato allo scandalo per il rientro in Italia di Silvia Baraldini, condannata negli Stati Uniti all'ergastolo e detenuta in regime di carcere duro per i supposti reati di procurata evasione, concorso morale in rapina e associazione sovversiva che in Italia avrebbero forse comportato una pena di circa 10 anni.
Quando Silvia Baraldini rientrò il 24 agosto 1999 per scontare in Italia il resto della sua condanna, in seguito ad un accordo bilaterale e al trattato di estradizione USA-Italia, ad accoglierla all'aeroporto c'erano la madre e il leader del Partito dei Comunisti Italiani Armando Cossutta. Non vi era il presidente del Consiglio. Nonostante ciò, al tempo, gli attuali sostenitori dl governo Meloni scatenarono una bufera politica a non finire.
Ma i (post) fascisti non hanno memoria e, anche se ne avessero, sanno di poter contare sui media di regime che illustreranno come normale un fatto che non solo normale non è, ma è incredibilmente assurdo.