Gli ex direttori generali dei ministeri della Giustizia, delle Finanze e dei Trasporti - Emi Palmor, Shai BaVad e Keren Turner-Eyal -, come si dice in casi simili, hanno preso carta e penna ed hanno scritto una lettera, inviandola al primo ministro Naftali Bennett, al ministro della Giustizia Gideon Saar, al ministro della Sicurezza Interna Amar Bar-Lev, in cui chiedono l'immediata istituzione di una commissione d'inchiesta e la distruzione di tutto il materiale acquisito dai loro smartphone.
Questo a seguito dell'ultima novità dell'inchiesta sulla vicenda nata dalle rivelazioni del quotidiano Calcalist sull'utilizzo indiscriminato dello spyware Pegasus, sviluppato dall'azienda israeliana NSO Group, installato dalla polizia dello Stato ebraico senza il consenso di un magistrato e in assenza di indagini in corso sui dispositivi mobili di politici, funzionari, sindaci, leader di movimenti ebraici di protesta, oltre ad una serie di personaggi coinvolti in una delle inchieste per corruzione di cui è accusato l'ex premier Netanyahu, di cui sono stati spiati uno dei figli, Avner, e i suoi più stretti collaboratori, Topaz Luk e Yonatan Urich.
In pratica, la polizia israeliana ha utilizzato Pegasus per raccogliere informazioni, in modo illegale, sui propri concittadini, smontando tra l'altro quanto dichiarato in precedenza dalla stessa Nso che aveva assicurato che in nessun telefono israeliano era stato installato Pegasus senza un valido motivo.
Ad aver gestire l'operazione di spionaggio indiscriminato è stata l'unità Sigint della polizia israeliana e, sempre secondo Calcalist, l'operazione di hacking e raccolta dati è avvenuta tra il 2015 e il 2018, mentre a capo della polizia era Roni Alsheikh.
Dopo le ultime rivelazioni, il capo della polizia Yaakov Shabtai, che era in visita negli Emirati Arabi Uniti, ha fatto sapere che tornerà immediatamente in Israele.
Pegasus, dopo aver infettato uno smartphone, consente a chi lo ha installato di estrarre messaggi, foto, e-mail, registrare chiamate e attivare segretamente microfoni e fotocamere.
"Pegasus e simili sono strumenti importanti nella lotta al terrorismo e alla criminalità. Ma non sono stati progettati per essere utilizzati in campagne di phishing da utilizzare indiscriminatamente contro cittadini o funzionari pubblici israeliani, motivo per cui dobbiamo capire esattamente cosa è successo e l'opinione pubblica non sarà lasciata senza risposte". Questo è quanto ha detto il premier Naftali Bennett in una nota, aggiungendo che discuterà del problema con il nuovo procuratore generale, Gali Baharav-Miara.
Preoccupazione è stata espressa anche dal presidente Isaac Herzog:
"Non dobbiamo perdere la nostra democrazia. Non dobbiamo perdere la nostra polizia. E non dobbiamo certo perdere la fiducia degli israeliani. Per questo quanto accaduto richiede un'inchiesta accurata".
L'inchiesta, secondo quanto anticipato dal ministro della Pubblica Sicurezza Omer Barlev, sarà svolta da una commissione guidata da un giudice in pensione.