Nel pomeriggio  di martedì 17 ottobre, da Amman, il Commissario Generale dell'UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), Philippe Lazzarini, pubblicava il seguente comunicato:

"Almeno sei persone sono state uccise questo pomeriggio quando una scuola dell'UNRWA è stata colpita nel campo profughi di al-Maghazi, nella zona centrale di GazaDecine sono rimaste ferite (compreso il personale dell'UNRWA) e alla scuola sono stati causati gravi danni strutturali. I numeri probabilmente saranno più alti. Questo è scandaloso e mostra ancora una volta un flagrante disprezzo per la vita dei civili. Nessun posto è più sicuro a Gaza, nemmeno le strutture dell’UNRWA. La scuola è stata colpita durante gli attacchi aerei e i bombardamenti delle forze israeliane sulla Striscia di Gaza.  Almeno 4.000 persone si sono rifugiate in questa scuola dell'UNRWA trasformata in rifugio. Non avevano e non hanno ancora nessun altro posto dove andare. Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre, l’UNRWA fornisce quotidianamente le coordinate delle sue strutture alle parti interessate".  

Poco dopo, Al Jazeera ha pubblicato una comunicazione del capo dell'ufficio stampa di Hamas, Salam Marouf, che informava di un raid aereo israeliano nel cortile dell'ospedale arabo al-Ahli a Gaza City.

L'ospedale ospitava centinaia di persone fuggite dalle loro abitazioni, oltre a malati e feriti. La stima delle vittime, presumibile e non ufficiale, inizialmente è stata indicata tra le 200 e le 300.

Secondo quanto riferito da una fonte ad Al Jazeera, l'ospedale colpito si trova in un'area dove Israele ha ordinato alla gente di evacuare. Pertanto, la zona avrebbe dovuto essere una zona sicura.

Nell'ultimo lancio del media d'informazione qatariota, sarebbero almeno 500 le persone uccise nell'attacco.

I palestinesi fuggiti a sud del Wadi Gaza, indicata da Israele come zona sicura, stanno ormai tornando a nord, visto che anche il sud della Striscia è sottoposto ad altrettanti pesanti bombardamenti. Meglio morire nella propria abitazione, hanno detto alcune famiglie intervistate dalla Reuters.

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha dichiarato alla BBC che il valico di Rafah, l'unico non controllato da Israele, non è mai stato ufficialmente chiuso e che non è aperto perché preso di mira più volte dagli israeliani. Una lunga fila di camion con aiuti umanitari è in attesa per farvi ingresso.

I 2,3 milioni di palestinesi presenti a Gaza, secondo la propaganda occidentale, sarebbero ostaggio di Hamas. In realtà sono prigionieri in un ghetto creato da Israele, privati da dieci giorni di qualsiasi rifornimento vitale (cibo, acqua, elettricità) e bombardati indiscriminatamente e senza che abbiano la possibilità di rifugiarsi in luoghi ritenuti sicuri, visto che sono presi di mira anche ospedali e edifici delle Nazioni Unite.

Nei bombardamenti, Human Rights Watch e Amnesty International, hanno registrato da parte di Israele l'uso di munizioni al fosforo bianco, da tempo messe al bando dalle convenzioni internazionali.

I crimini commessi da Israele in questo attacco superano di gran lunga quelli commessi da Hamas e sono ancor più gravi, non solo per il numero, ma per il fatto che a Israele è stato dato il supporto, e il via libera implicito per questo massacro, da Stati Uniti e Europa (che si autodefiniscono paladini del diritto e della democrazia) che parlano di terrorismo islamico mentre lo Stato ebraico sta trucidando migliaia di civili palestinesi inermi... nel più completo e assoluto silenzio da parte loro che sono pertanto complici del genocidio in atto.