Lunedì, persino la Germania (nazione dove nominare Israele senza un attributo che ne esalti una qualche dote può essere interpretato come gravissimo atto di antisemitismo) ha esortato Israele a consentire immediatamente l'accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
"L'accesso senza ostacoli degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza deve essere garantito", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Sebastian Fischer in una conferenza stampa a Berlino, esprimendo preoccupazione e sottolineando che "concedere o negare l'accesso di forniture umanitarie non è un mezzo legittimo per esercitare pressione nei negoziati".
La dichiarazione del governo tedesco non è isolata. Dello stesso tenore si registrano le dichiarazioni di Spagna e Regno Unito, per non parlare di quelle di molte organizzazioni umanitarie. Dai (post) camerati del governo Meloni, invece, non è arrivata alcuna nota di biasimo.
Ma il blocco all'ingresso degli aiuti a Gaza, come ha spiegato un nazifascista dichiarato, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ai membri del suo partito, è solo il primo passo, aggiungendo che Israele taglierà ai gazawi elettricità e acqua oltre a riprendere gli attacchi con maggiore intensità rispetto a prima.
Secondo quanto è stato riportato dalla stampa israeliana, Smotrich ha affermato che "il prossimo passo sarà quello di aprire le porte dell'inferno su Gaza con un attacco forte, mortale e rapido che porterà all'occupazione della zona e incoraggerà il piano di Trump di sfollarne la popolazione".
Quanto detto da Smotrich è stato ribadito da Netanyahu, dal ministro della Difesa Kaatz e dall'altro rappresentante dei terroristi ebrei che con l'aiuto delle IDF stanno "gazificando" la Cisgiordania, Ben Gvir.
Oxfam ha ricordato che la decisione di Israele di bloccare gli aiuti a più di due milioni di palestinesi nella Striscia all'inizio del Ramadan è un atto sconsiderato di punizione collettiva espressamente proibito dal diritto internazionale, poiché il governo di Israele, in quanto potenza occupante, ha la responsabilità di garantire che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione di Gaza.
Durante il cessate il fuoco, circa 600 camion al giorno hanno fatto il loro ingresso nella Striscia, trasportando un totale di 57.000 tonnellate di cibo, un livello di aiuti forniti prima della guerra, ma in una situazione completamente diversa dove oltretutto per la popolazione era possibile produrre anche parte del proprio cibo. Considerando le attuali condizioni di Gaza dove oltre il 70% degli edifici è stato distrutto o danneggiato, Oxfam ha descritto gli aiuti che sono arrivati ai gazawi simili ad una "goccia nell'oceano".
Sempre oggi, Hamas ha invitato i mediatori e i garanti dell'accordo di cessate il fuoco a "proteggerlo", per impedire a Netanyahu di sabotare tutti gli sforzi fatti finora.
Lo ha detto il leader del movimento Osama Hamdan, in un video registrato, durante il quale ha elencato le violazioni commesse da parte di Israele non attuando quanto concordato in relazione ai soccorsi, ai rifugi, al protocollo umanitario, ai prigionieri, al cessate il fuoco...
Hamdan ha invitato la comunità internazionale e le Nazioni Unite ad adoperarsi per costringere lo Stato ebraico a riprendere la via negoziale in modo da avviare la seconda fase oltre ad attuare la risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ad impegnarsi per raggiungere una soluzione giusta alla causa palestinese, che garantisca il diritto all'autodeterminazione attraverso l'istituzione di uno Stato pienamente sovrano con Gerusalemme come capitale e il ritorno dei rifugiati nelle loro città e nei loro villaggi dai quali sono stati sfollati.
Hamdan ha condannato il ricatto messo in atto da Netanyahu e dal suo governo nel voler utilizzare gli aiuti umanitari come merce di scambio nei negoziati, aggiungendo che l'unico modo per liberare i prigionieri israeliani a Gaza è aderire all'accordo, avviare immediatamente i negoziati per dare inizio alla seconda fase e rispettare ciò che viene pattuito. La decisione del premier israeliano di adottare la proposta americana di estendere la prima fase dell'accordo è un evidente tentativo di eludere ed evitare l'avvio di negoziati per la seconda fase.
I parenti dei prigionieri israeliani ancora a Gaza vogliono anche loro che il governo mantenga la parola data e spingono perché Netanyahu riprenda le trattative. Oggi, perché non potessero esprimere la propria voce al riguardo, è stato loro impedito, persino ricorrendo alla violenza, di accedere alla galleria della Knesset destinata ai visitatori.
Quanto sta accadendo è l'ennesimo crimine di guerra commesso dal governo dello Stato ebraico, mentre l'Europa continua a voltarsi dall'altra parte facendo finta di non vedere quello che è chiaro a tutti.
È ora di imporre sanzioni ad Israele e di sospendere il trattato di Associazione Israele-UE. L'Europa deve fermare questo orrore e fermare il genocidio del popolo palestinese... altrimenti chi governa l'Ue non potrà essere diverso dalla feccia che governa gli Stati Uniti.