Sabato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, parlando con alcuni giornalisti a bordo dell'Air Force One, ha dichiarato che Egitto e Giordania dovrebbero accogliere un maggior numero di palestinesi provenienti da Gaza, a causa della devastazione presente nella Striscia, di cui si è reso responsabile lo Stato ebraico  causando decine di migliaia di vittime e sfollamenti di massa. Alla domanda se l'accoglienza dovesse essere temporanea o permanente, Trump ha risposto: "Potrebbe essere entrambe le cose".

La dichiarazione di Trump non è stata accolta favorevolmente da parte di Hamas, che ad oggi governa Gaza. Il portavoce dell'ala politica del movimento di resistenza palestinese, Hazem Qassem, ha risposto affermando che "le dichiarazioni di Trump sono pericolose e sono in linea con le posizioni dell'estrema destra israeliana. La sua proposta non passerà e non sarà accettata da nessun palestinese".

Sulla stessa linea, domenica, si è espresso anche  un membro dell'ufficio politico di Hamas, Bassem Naim, mentre il leader, Sami Abu Zuhri, ha ricordato che "la gente di Gaza ha affrontato la morte per non lasciare la propria patria".

Abu Zuhri, in una conferenza stampa, ha poi aggiunto che "il popolo di Gaza non lascerà la propria terra per nessun’altra ragione, quindi non c’è bisogno di perdere tempo con i progetti tentati anche da Biden e che hanno causato il prolungamento del conflitto. L'attuazione dell'accordo è sufficiente per risolvere tutti i problemi della Striscia di Gaza, e i tentativi di aggirarlo sono inutili".

Trump, durante una conversazione telefonica con il re di Giordania Abdullah, ha espresso il desiderio che nazioni arabe come Giordania ed Egitto accolgano i palestinesi sfollati, aggiungendo che avrebbe discusso la questione anche con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, oltre a sottolineare l'urgenza di costruire alloggi temporanei o permanenti in territori vicini.

Quali siano i piani di Trump, ammesso che ne abbia, è difficile dirlo. Di certo, a capo della Casa Bianca vi è adesso un criminale senza scrupoli, oltretutto neppure dotato di un minimo di intelligenza e cultura necessarie per ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti, quel tanto che gli sarebbe sufficiente per dare almeno  un minimo di giustificazione e credibilità alle sue dichiarazioni. E neppure il genio che lo supporta (o lo controlla?), Elon Musk, contribuisce ad arginare l'elenco di minacce e proposte assurde di cui Trump si è reso protagonista... e non potrebbe essere altrimenti, visto che, oltre che a drogarsi, passa il tempo a promuovere e finanziare tutti i movimenti nazifascisti in giro per l'Europa.

Così, in neppure una settimana dal suo insediamento si sono registrate affermazioni che, tra i capi di Stato, possono collocare l'attuale presidente USA in un range che va da Hitler a Putin.

Una volta informati delle dichiarazioni del presidente americano, i più estremisti del già estremista quadro politico israeliano hanno festeggiato.

Il ministro delle Finanze, il "nazifascista" Bezalel Smotrich, ha rilasciato questa nota: "Dopo 76 anni, durante i quali la maggior parte della popolazione di Gaza è stata costretta a vivere in condizioni difficili per preservare l'aspirazione di distruggere lo Stato di Israele, l'idea di aiutarli a trovare altri posti in cui iniziare una vita nuova e migliore è un'idea eccellente. Per anni, i politici hanno proposto soluzioni impraticabili come la divisione della terra e la creazione di uno Stato palestinese, che hanno messo in pericolo l'esistenza e la sicurezza dell'unico Stato ebraico al mondo, portando solo a spargimenti di sangue e sofferenze per molti. Solo un pensiero fuori dagli schemi e nuove soluzioni porteranno pace e sicurezza. Con l'aiuto di Dio, lavorerò con il primo ministro e il governo per sviluppare un piano operativo per attuare tutto questo il prima possibile".

Queste, invece, le parole del leader del partito Otzma Yehudit, Itamar Ben Gvir (il principale sostenitore dei terroristi ebrei che in kippah e peot operano sotto la sigla dei "Giovani delle colline"), il cui partito la scorsa settimana ha abbandonato la maggioranza a causa del cessate il fuoco a Gaza: "Una delle nostre richieste al Primo Ministro Benjamin Netanyahu è quella di promuovere l'emigrazione volontaria. Quando il presidente della più grande superpotenza mondiale, Trump, solleva personalmente questa idea, vale la pena che il governo israeliano la attui: promuovete l'emigrazione ora!"

Naturalmente, questa manica di delinquenti, perché di questo stiamo parlando, si dimentica di ricordare che lo Stato ebraico è il risultato di una follia diplomatica, i cui i principali responsabili furono Stati Uniti e Gran Bretagna, che ha permesso agli ebrei, per quasi un secolo, di cercare di sterminare il popolo palestinese dopo avergli rubato terra, case e beni. 

Adesso è arrivato il momento di dire basta.