Per Greenpeace Russia, quello iniziato il 9 aprile nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl, tanto vicino da arrivare fino ad 1 km di distanza dall'impianto, è stato il peggiore incendio tra quelli che sono scoppiati in quell'area negli ultimi 10 anni.

A causarlo, secondo la polizia ucraina - l'impianto si trova nel nord dell'Ucraina - sarebbe stato un  27enne, già individuato e, per questo, al momento in stato di arresto.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che sta monitorando attentamente la situazione ed ha elogiato i vigili del fuoco per il loro coraggio.

Ma qual è la situazione dell'incendio?

In base alle immagini e alle dichiarazioni delle autorità, questo martedì l'incendio sembrerebbe ormai spento, eccetto alcuni focolai di poco conto ancora fumanti. Oltre agli uomini a terra, che hanno lavorato con pale e idranti, per spegnere l'incendio sono stati impiegati elicotteri e aerei: solo lunedì, nella zona sono state riversate 538 tonnellate di acqua. 

L'incendio non poteva non suscitare allarme perché, oltre alla centrale, le fiamme si sono avvicinate anche alla città fantasma di Pripyat, abbandonata nel 1986 dopo l'incidente, dove adesso sono immagazzinati molti dei rifiuti radioattivi di Chernobyl. Senza dimenticare che la foresta che ha preso fuoco è essa stessa radioattiva e che il vento avrebbe potuto contaminare vaste aree fuori della zona teoricamente rossa (delimitata da un raggio di 30 km dalla centrale), visto che ogni anno è metà di pellegrinaggi turistici con decine di migliaia di persone che visitano i luoghi del disastro.

Secondo le autorità ucraine, però, le radiazioni di fondo dentro e nei pressi della capitale Kiev rientrerebbero nei limiti di norma.