Lo chiamano ddl Boschi, ma si dimenticano che la senatrice Finocchiaro è stata chiamata all'ultimo momento per metterci le mani e dargli un parvenza di logica e costituzionalità. Anche a lei, pertanto, la paternità o, in questo caso, la maternità del disegno di legge che riforma la Costituzione secondo i desiderata di Renzi. Questo pomeriggio la Camera lo ha licenziato con 367 voti a favore, 194 no e 5 astenuti. Hanno sostenuto il provvedimento i renziani, gli alfaniani, i verdiniani... mentre con voto contrario si sono espressi Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana. Dopo questo voto, il testo del disegno di legge non potrà più essere modificato. Per la sua definitiva approvazione ci sarà un passaggio al Senato entro fine mese ed uno definitivo alla Camera entro Aprile. In queste due votazioni i parlamentari dovranno pronunciarsi a favore o contro la riforma costituzionale. Se nelle due votazioni non sarà raggiunta la maggioranza assoluta, com'è già preventivato, si andrà al referendum confermativo, che Renzi ha indicato in Ottobre, e l'approvazione sarà demandata direttamente agli elettori. E proprio in funzione di questo appuntamento stanno già nascendo i comitati che si oppongono a questa riforma, descritta da molti costituzionalisti con termini o titoli che possono riassumersi, senza essere offensivi, in porcata. Con la nuova Costituzione il Senato, le cui funzioni dovrebbero essere quelle di Camera dedita alle questioni locali anche se non è ben chiaro come si potranno conciliare con quelle della Conferenza Stato Regioni che non cesserà di esistere, sarà composto da un centinaio di membri non più eletti ma nominati tra sindaci, presidenti di regione e consiglieri regionali. Inoltre, aumenteranno i poteri del capo del governo, mentre non appaiono tutelate le prerogative della minoranza che alla Camera non avrà alcuna voce in capitolo, considerando l'assurda legge elettorale che entrerà in vigore dopo l'approvazione della riforma costituzionale.