Sembra incredibile, ma è così. Gli organizzatori del Giro d'Italia si preoccupano dell'impatto sociale della "Corsa Rosa" con il progetto Ride Green, dedicato all'ambiente e alla raccolta differenziata che, nell'edizione 2018, verrà riproposto per la terza volta.

Una sensibilità che non può non essere sottolineata. Viene però da chiedersi come a così tanta attenzione rivolta all'ambiente possa corrispondere una così tanta disattenzione rivolta invece ai diritti umani.

Con molto senso degli affari, ma scarso senso della realtà, gli organizzatori del Giro d'Italia, quest'anno hanno deciso di far partire la corsa rosa da Israele, con una prima tappa a cronometro che si svolgerà a Gerusalemme.

In disprezzo della logica e del diritto internazionale, gli organizzatori faranno partire l'edizione del Giro 2018 da un luogo che non esiste, dato che Gerusalemme è divisa tra Ovest e Est, mentre la Gerusalemme citata nel percorso dagli organizzatori è senza distinzione geografica.

In tal modo, il Giro d'Italia finisce per diventare uno strumento della propaganda politica di Israele che pretende che Gerusalemme sia la capitale unica e indivisibile dello Stato ebraico, con la conseguente annessione di Gerusalemme Est. Tesi ancor più rafforzata dallo spostamento dell'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme Ovest, che avverrà proprio tra meno di due settimane.

Non solo. Quest'anno Israele celebra il 70° anniversario della nascita del proprio Stato. Il Giro d'Italia sarà ovviamente associato come manifestazione a supporto di tale celebrazione.

Il problema è che la celebrazione della nascita dello Stato ebraico corrisponde anche al 70° anniversario di quella che i palestinesi chiamano "catastrofe".

Così il Giro 2018 ed i suoi numerosi e ricchissimi sponsor, tra cui Enel, Mediolanum, Segafredo, Eurospin, Alfa Romeo, avalleranno con la loro presenza in Israele la politica messa in atto da quello Stato nei confronti del popolo palestinese.

51 anni di occupazione militare, politiche di apartheid, sfruttamento di uomini e territori, arresti indiscriminati e arbitrari, così come le uccisioni di "presunti" terroristi da parte di Israele vengono negati, fino ad essere addirittura celebrati dalla consapevole indifferenza degli organizzatori del Giro che, in nome del ritorno economico, sono disposti a far correre dei corridori in un luogo che neppure esiste!