Non ci sarebbe nulla di più irreale che immaginare la sopravvivenza nell’agone politico di un individuo schietto, onesto, cristallino, disinteressato, cioè del tipo giovane marmotta.
Ancor più irreale sarebbe ipotizzarne la sopravvivenza sulla scena politica internazionale dove, da decenni, l’Europa ed i governi occidentali hanno fatto voto di malafede fingendo di non vedere quello che avveniva in Medio Oriente.
Dal 1967, dalla fine della guerra dei 6 giorni, Israele spadroneggia su Gerusalemme, Gaza, Cisgiordania con la connivenza ed il disinteresse dell’occidente.
Ogni ipotesi di mediazione per tentare la nascita di due Stati (NdR: Israele e Palestina) è finita consciamente nel nulla per la contrarietà che Israele ha manifestata non solo a parole ma soprattutto con i fatti.
La conferma: dal 1967 Israele ignora e disattende, in toto, le risoluzioni con le quali il Consiglio di Sicurezza dell’ONU:
1. ha chiesto il ritiro dell’esercito israeliano dai territori occupati ed il riconoscimento della sovranità, della integrità territoriale e della indipendenza politica dello Stato di Palestina (Risoluzione ONU 242 del 22 novembre 1967);
2. ha negato validità legale agli insediamenti israeliani nei territori arabi occupati invitando al rispetto della Convenzione di Ginevra ed a non trasferire cittadini israeliani nei territori arabi occupati, ivi inclusa Gerusalemme (Risoluzione ONU 446 del 22 marzo 1979);
3. ha censurato come violazione del diritto internazionale la legge del parlamento israeliano che ha proclamata capitale di Israele la città di Gerusalemme “intera e unificata” (Risoluzione ONU 478 del 20 agosto 1980);
4. ha confermato che gli insediamenti israeliani nel territorio palestinese, compresa Gerusalemme Est, non hanno alcuna validità legale e mettono a rischio la fattibilità della soluzione a due Stati (Risoluzione ONU 2334 del 23 dicembre 2016):
5. ha ribadito che tutti gli atti volti a modificare lo status e la composizione demografica di Gerusalemme sono nulli, non hanno alcun effetto legale e devono essere revocati (Risoluzione ONU 10/I.22 del 21 dicembre 2017).
Da anni, Israele non solo viola le risoluzioni dell’ONU ma anche il diritto internazionale e quello umanitario, compiendo raid su Gaza, bombardando edifici civili, scuole, presidi sanitari, assassinando donne e bambini innocenti solo supponendo che qua o là si possa nascondere qualche terrorista, ha lasciato che i coloni commettessero azioni terroristiche assaltando i campi profughi, uccidendo civili, bruciando le loro case ed i loro raccolti, ha occupati i territori arabi con nuovi importanti insediamenti.
Ora, io non so se sia vero che a pensar male si faccia peccato, come affermava Giulio Andreotti, ma peccherò ipotizzando che una regia così arrogante e virulenta si sia prefissa, in realtà, di esasperare ed invelenire i palestinesi per indurli a commettere qualche azione, grave e scomposta che, agli occhi della comunità internazionale, legittimasse una reazione di Israele sfrenata, senza controlli e financo criminale.
Il 7 ottobre 2023 Hamas con il blitz dei suoi miliziani è caduta nel tranello.
Infatti, immediatamente l’Europa e le capitali delle presunte Democrazie occidentali si sono conformate al mantra “Israele ha il diritto di difendersi”, come a sottintendere che per i palestinesi, invece, ci fosse solo il dovere di subire e sottostare ad ogni atrocità.
Ed al mantra hanno fatto seguire l’invio di armi e bombe, non per la difesa di Israele ma per aggredire e bombardare i territori palestinesi, assassinare decine di migliaia di vecchi, donne e bambini innocenti.
Era quello che voleva Netanyahu per poter portare a compimento, con cinismo, il suo vero piano.
È palese, infatti, che Israele intenda: radere al suolo Gaza, distruggerne impianti e strutture per rendere impraticabile il ritorno in quei territori della popolazione palestinese, ostacolare i flussi di aiuti umanitari e sanitari per minare morale e resistenza dei civili, indurre alla fine la Lega Araba a considerare il possibile esodo della popolazione palestinese verso altri territori !
Se questo è il disegno perverso sperare nella negoziabilità di una reale tregua del conflitto, prima che Netanyahu abbia portato a termine il suo perfido piano, è solo una presa in gito.
Illudersi che con le raccomandazioni e gli inviti alla moderazione, da parte europea e delle Demoipocrisie occidentali, si ottenga un qualche effetto sulla tensione criminale di Israele appare uno sciocco inganno.
Sorprendersi e rammaricarsi perché decine di migliaia di bambini sono stati uccisi a Gaza dalle bombe “a stelle e strisce” inviate dalla Casa Bianca è una intollerabile ipocrisia.
Qualificare come antisemitismo ogni sentimento di insofferenza e condanna dei crimini israeliani è una inaccettabile falsità.
Eppure l’Europa e le capitali occidentali continuano a sperare, illudersi, rammaricarsi, qualificare! Ridicolo!!!