La conferenza stampa congiunta seguita all’incontro di vertice fra i leader di Germania e Israele è stata l’occasione per importanti spiegazioni. A Berlino, i giornalisti hanno posto domande anche difficili al premier israeliano Netanyahu, sia sulla politica estera che su quella interna.

In questo momento a Gerusalemme infuriano le polemiche sulla riforma giudiziaria, molto criticata sotto diversi aspetti. Con il cancelliere tedesco sono si sono concluse le trattative per la cessione dei missili anti-balistici Hetz 3, un gioiello della tecnologia militare israeliana. Netanyahu ha evidenziato il carattere simbolico, quasi storico, di questo affare, che apre una nuova fase di cooperazione fra i due Paesi.

Ancora presente la memoria delle guerre e delle stragi del ventesimo secolo, oggi si guarda al futuro in cui il popolo israeliano, che all’epoca di quelle tragedie era disperso per il continente ed era oppresso e poi massacrato, fornisce gli strumenti per la protezione di un’altra nazione, quella tedesca, che l’aveva perseguitato. Un cerchio si chiude in maniera positiva.

E sull’Ucraina Netanyahu spiega che la posizione di Gerusalemme non è indifferente o neutrale come molti hanno accusato, ma è dettata dalle circostanze del complicato quadro mediorientale. Israele vuole e deve sopravvivere alla minaccia esistenziale posta soprattutto dall’Iran.

Per farlo, deve venire a patti con gli altri attori importanti della regione, uno dei quali è la Russia, presente in Siria con le sue basi. Dunque Israele si astiene dal fornire a Kiev armi e munizioni, ma concede aiuti umanitari e ora forse anche mezzi difensivi.