Con la manovra 2018 il Governo istituisce un fondo di 60 milioni di euro per i caregiver, ossia coloro che assistono i loro familiari non autosufficienti.

"Ora Regione Lombardia deve dire cosa vuole fare a sua volta per facilitare la vita alle persone che ogni giorno vivono questo problema: e sono davvero tante. Per questo abbiamo depositato un progetto di legge per il riconoscimento dei caregiver familiari e che prevede anche la tutela e il sostegno anche dal punto di vista previdenziale, sanitario e assicurativo, come ha già fatto la Regione Emilia Romagna nel 2014.

Sono assolutamente convinto che occorra trovare una soluzione per tutta questa gente che, oltre a sacrificarsi, viene penalizzata ed è spesso costretta a lasciare addirittura il lavoro."

Infatti in Italia i caregiver familiari sono oltre 3 milioni, soprattutto donne di età compresa tra i 45 e i 60 anni, che assistono gratuitamente i propri cari disabili e non autosufficienti in ambito domestico, supplendo così alle carenze del sistema pubblico dei servizi di cura.

La popolazione regionale continua ad invecchiare. Nel 2017 l'indice di vecchiaia per la Lombardia è pari a 159,1 (159,1 anziani ogni 100 giovani); la popolazione con più di 65 anni rappresenta il 22,2% del totale dei residenti.Un simile andamento demografico, unito all'aumento della cronicità e delle patologie degenerative, evidenzia un bisogno assistenziale ed un impegno elevato nei compiti di cura, che ad oggi ricade significativamente sulle famiglie: secondo l'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali (IRES) in Italia quasi l'80% delle famiglie con persone disabili non risulta assistita dai servizi pubblici a domicilio e oltre il 70% non si avvale di alcuna assistenza.

"E' un tema di stretta attualità, ai quale la Giunta non ha mai dato rilievo in questi ultimi cinque anni. Basti pensare che non ha mai dato gambe nemmeno al progetto di legge istitutivo degli sportelli per le badanti. L'assistenza domiciliare delle fragilità deve invece essere al primo posto nell'agenda del legislatore, dato che riguarda prima o poi tutte le famiglie e genera, a ricaduta, esclusione sociale e problematiche gestionali a tutti i livelli. Anche la Lombardia deve al più presto dotarsi di una legge per rispondere ai bisogni di tutti quei cittadini che ogni giorno sacrificano le proprie scelte per curare un anziano o un disabile grave."

La durata nel tempo e l'intensità del lavoro di cura impattano pesantemente sulla vita del familiare che si prende cura, stravolgendone la quotidianità e il progetto di vita: molteplici studi evidenziano come le persone che prestano rilevante attività di cura spesso sono costrette ad abbandonare il proprio lavoro (66% dei casi) o a richiedere il part-time (10%).