"La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha respinto il ricorso della SeaWatch. Anche da Strasburgo - gioisce Matteo Salvini - si conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell'Italia: #portichiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici.
Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna".
A parte la notizia, il resto delle affermazioni del cosiddetto ministro è un insieme di falsità e di offese gratuite, quelle che, se fossero state rivolte a lui, verrebbero commentate con un "che ne dite amici, non meritano una denuncia"?
Ma un personaggio del genere non ha certo bisogno di preoccuparsi per quel che dice e quel che fa... ci sono centinaia di parlamentari 5 Stelle tra Camera e Senato - attaccatissimi alle rispettive poltrone anti casta - prontissimi a parargli il ... sedere in caso di bisogna: basta un fischio, come ha dimostrato il sottosegretario grillino Manlio Di Stefano questa mattina su La7.
"Ma si rende conto di cosa sta dicendo? In Libia non c'è porto sicuro".@andreapurgatori a @OmnibusLa7.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 25, 2019
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Nel frattempo, la triade dei pii - con il premier Conte devoto di Padre Pio, il vicepremier Di Maio di San Gennaro, il vicepremier Salvini del cuore immacolato di Maria (anche se non sa neppure di cosa stia parlando) - festeggia per aver dato il proprio contributo nel far sì che anche l'Italia possa (psicologicamente) continuare a torturare 42 persone, fuggite dalle torture (fisiche) in Libia.
Siamo effettivamente un grande Paese... meglio non specificare di cosa... ma è indubbio che lo siamo.
Che cosa ha detto la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
Les mesures visées par l'article 39 du Règlement de la Cour sont prises dans le cadre du déroulement de la procédure devant la Cour et ne présagent pas de ses décisions ultérieures sur la recevabilité ou sur le fond des affaires en question. La Cour ne fait droit aux demandes de mesures provisoires qu'à titre exceptionnel, lorsque les requérants seraient exposés – en l'absence de telles mesures – à un risque réel de dommages irréparables. Pour plus d'informations, voir la fiche thématique sur les mesures provisoires.
In sostanza, la Corte, dopo aver valutato le informazioni ricevute dallo Stato italiano e dai ricorrenti sullo stato di salute fisica e psicologica delle persone a bordo, ha valutato che al momento non sussistono le condizioni per le misure d'urgenza, in base alle quali la Corte di Strasburgo può chiedere a qualsiasi Stato firmatario della Convenzione europea dei diritti dell'uomo di attuare delle "misure di emergenza" che, tuttavia, possono riguardare solo casi di "rischio imminente di danni irreparabili".
Ma non per questo, però, la Corte ha dimenticato di far presente al nostro Governo che conta sulle autorità italiane perché continuino a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone a bordo della Sea Watch 3 che sono in una situazione vulnerabile a causa della loro età o delle condizioni di salute.
La Cour a indiqué au Gouvernement qu'elle compte sur les autorités italiennes pour continuer de fournir toute assistance nécessaire aux personnes qui se trouveraient à bord du Sea Watch 3 en situation de vulnérabilité du fait de leur âge ou de leurs conditions de santé.
Come Sea-Watch ha commentato la decisione della Corte
"La Corte ritiene che le condizioni a bordo non costituiscano un danno imminente e irreparabile all'incolumità dei naufraghi, ma chiede però all'Italia di prestare il necessario supporto alla nave".
Una decisione che i legali della Ong definiscono sconcertante...
La nota dei Legali 👇🏼 pic.twitter.com/DaP5TIpXe4
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 25, 2019
A questo punto, la responsabilità di portare in salvo i 42 naufraghi è affidata alle decisioni della comandante della Sea-Watch 3, Carola Rackete, che nelle scorse ore, in una intervista, non aveva escluso la possibilità di attraccare comunque nel porto di Lampedusa.