Per avere un'idea del contagio da Covid che sta diffondendosi in Europa, prima avvisaglia che annuncia l'arrivo della cosiddetta seconda ondata, più che gli esempi arcinoti del suo andamento nei Paesi più grandi, è forse più indicativo vedere come vanno le cose in quelli più piccoli, come la Repubblica Ceca, dove venerdì si sono registrati 11.105 nuovi casi Covid-19 nelle ultime 24 ore, il numero più alto dalla diffusione  della pandemia nel paese, in base ai dati diffusi sabato dal ministero della Salute. 

Pertanto, il numero totale di contagi in Cechia, da marzo ad oggi è salito a 160.112, il doppio rispetto al 2 ottobre e sei volte rispetto a fine agosto.

Ad ottobre, la Repubblica Ceca ha registrato più di 74.000 casi, 10.000 in più dell'Italia la cui popolazione è di circa sei volte superiore. Pertanto, gli 11.000 casi odierni in Cechia corrisponderebbero a circa 60.000 contagiati in Italia... in sole 24 ore!

Il numero dei ricoverati nella Repubblica Ceca è triplicato raggiungendo quota 3.120, più di sette volte il picco registrato a primavera, mentre sono stati 333 i decessi con Covid negli ultimi sette giorni, che hanno portato il totale dei morti a 1.283.

Entro fine mese, secondo le autorità locali, saranno 5.000 i pazienti ospedalizzati, di cui un quinto ricoverati in terapia intensiva.

Così, il Governo ha in programma di allestire un ospedale di fortuna utilizzando una struttura fieristica a Praga, e ha avuto l'ok da parte della Germania per ricevere, in caso di bisogno, i pazienti cechi nei propri ospedali. 

In questo momento, nella Repubblica Ceca il sono stati chiusi bar, ristoranti, teatri, cinema, centri sportivi, palestre e scuole affidandosi esclusivamente alla didattica a distanza. 

L'espandersi del contagio, inoltre, sta interessando anche Paesi come la Svezia che in primavera hanno rinunciato al lockdown. Adesso l'andamento del contagio in Svezia è all'incirca due volte superiore a quello della prima ondata e, in base alla popolazione, in linea con quello dell'Italia, anche considerando il numero complessivo dei decessi.


Israele, dopo aver registrato tassi di contagio e mortalità tra i più alti al mondo rispetto al numero di abitanti, il 18 settembre scorso ha deciso un secondo lockdown.

Dopo circa un mese, il numero di nuovi casi quotidiani è gradualmente sceso da un massimo di quasi 9.000 registrati a fine settembre ai 1.608 di giovedì, al di sotto della soglia di 2.000 fissata dal ministero della Salute come condizione minima per iniziare ad allentare le misure di confinamento.

Ad oggi, il tasso di positività al test è del 4,5%, il più basso registrato da metà luglio, mentre il valore Rt, che indica quanto il virus sia contagioso, è attualmente pari a 0,62.