Papa Francesco si è ripresentato in pubblico, affacciandosi al balconcino del Policlinico Gemelli, la prima apparizione dopo il ricovero del 14 febbraio. 

Seduto sulla sua sedia a rotelle, Papa Francesco ha rivolto i primi saluti con un gesto semplice ma carico di significato: "Ringrazio tutti, saluto questa signora con i fiori gialli", ha detto prima di benedire la folla che si era riunita nel piazzale dell'ospedale e lo acclamava scandendo "Papa Francesco, Papa Francesco".

Il  pontefice è apparso affaticato ma ha più volte sorriso rivolgendosi alla folla, ringraziandola con il gesto del pollice alzato. 

Successivamente, il Papa si è diretto verso Santa Maria Maggiore, la basilica dove è solito andare pregare prima e dopo i viaggi e nelle occasioni importanti,  lasciando il policlinico a bordo della 500 bianca. Al suo arrivo nella chiesa romana è stato accolto con cori e applausi.

Questo il testo preparato da Francesco per l'Angelus odierno della III Domenica di Quaresima:

"La parabola che troviamo nel Vangelo di oggi ci parla della pazienza di Dio, che ci sprona a fare della nostra vita un tempo di conversione. Gesù usa l’immagine di un fico sterile, che non ha portato i frutti sperati e che, tuttavia, il contadino non vuole tagliare: vuole concimarlo ancora per vedere «se porterà frutti per l’avvenire» (Lc 13,9). Questo contadino paziente è il Signore, che lavora con premura il terreno della nostra vita e attende fiducioso il nostro ritorno a Lui.In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose.Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale.Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace. Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale.Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi. E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace, specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo.La Vergine Maria ci custodisca e continui ad accompagnarci nel cammino verso la Pasqua".



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