Il cardinale Angelo Comastri, arciprete emerito della Basilica di San Pietro e vicario generale emerito per la Città del Vaticano, ha celebrato, su delega di Papa Francesco, la Messa della domenica di Pasqua in Piazza San Pietro.
Con circa 35.000 persone Piazza San Pietro rifulgeva dello splendore di un forte messaggio di Gioia e di Pace.
I canti in diverse lingue accarezzavano l’anima.
«Cristo è risorto, alleluia!
Fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.»
Così comincia il messaggio Urbi et Orbi di Papa Francesco letto dalla loggia di San Pietro dal maestro d’elle cerimonie Diego Giovanni Ravelli.
Se l’amore ha vinto l’odio e la luce ha vinto le tenebre: la verità ha vinto la menzogna e il perdono ha vinto la vendetta. Francesco ha sottolineato che «il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno».
Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino: insieme con Gesù risorto diventano pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita.
In un’epoca tragica per l’umanità la violenza si è diffusa tra i popolo e si vede spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!
Il Papa ha continuato «In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio! Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo».
Francesco fa «appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!
Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest’ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive Nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l’attenzione e con la preghiera i cristiani dell’amato Medio Oriente.
Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie “prolungate” del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo».
Il Papa parla anche del Caucaso Meridionale ed ha esortato «a pregare affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo Accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione».
Non si dimentica nessuna parte del mondo« La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell’adoperarsi per evitare l’acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della Regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti.
Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, e sostenga quanti soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, come pure i cristiani che in molti luoghi non possono professare liberamente la lorofede. Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui.Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze ed economiche».
Un pensiero di speranza è andato a tutto il Myanmar e al Sud-est asiatico colpito dal recente, terribile sisma.
Come sempre Papa Francesco ha offerto una visione cattolica diretta a tutto il mondo.