"Oggi l’allarme sui quotidiani: mancano 350 mila addetti per la stagione. Il ministro del turismo (leghista!) propone un decreto flussi per coprire con i migranti i posti di lavoro. Inutile girarci intorno: il reddito di cittadinanza è una follia".

Questa la dichiarazione diffusa domenica sui social da Matteo Renzi per promuovere il suo nuovo libro in cui, nuovamente, celebra l'esaltazione di se stesso.

La boutade renziana è volutamente provocatoria perché consente di far parlare di lui, anche se per lo più da parte di persone che lo mandano a quel Paese... ma è comunque sempre un modo come un altro per farsi pubblicità, "gratis"!

Tutto consentito, tutto corretto? Per nulla. 

Visto che tra le tante qualifiche del tuttofare Renzi vi è anche quella di senatore e presidente di partito, sarebbe stato opportuno, se non dovuto, che il politico indicasse una soluzione alternativa al reddito di cittadinanza, come ad esempio il lavoro garantito, anche con una riformulazione dei contratti di lavoro, della cassa integrazione e della possibilità di licenziare delle aziende.

Invece, buttar lì quella battuta da due soldi, senza dir niente, fa sì che possa essere interpretata in un solo modo: che colui che ha introdotto una ulteriore precarizzazione del lavoro facendola passare per una stabilizzazione adesso pretende che la gente, almeno nel settore del turismo (oltretutto stagionale), debba lavorare per poco o niente, come se già non lo facesse in altri settori.

Non è una bella cosa da far intendere alla gente in difficoltà, in un momento in cui le difficoltà aumenteranno sicuramente a causa della guerra in Ucraina.

Se poi ci mettiamo che a dirla è uno che pensa di esser  furbo solo lui dicendo tutto e l'esatto contrario in base alla convenienza del momento, la cosa fa effettivamente salire un tantinello il sangue alla testa. E a mandare ancor di più la macchina in pressione, facendo diventare le orecchie viola e le vene del collo come rami d'albero (più o meno in questa maniera si sarebbe espresso Guareschi) c'è anche un altro fatto,

Il senatore in questione, sabato, è andato in una trasmissione di Canale 5 a parlare del suo "nuovo ultimo" libro pubblicato da Piemme che da tempo fa parte di Mondadori, azienda di famiglia di casa Berlusconi. In pratica, una marchetta per pubblicizzare un libro in cui attacca i magistrati Creazzo, Nastasi e Turco che ne hanno richiesto il rinvio a giudizio su un'inchiesta che lui definisce insensata, nonostante in Senato si sia opposto all'acquisizione di documenti che i magistrati ritenevano utili all'indagine.

Renzi usa le sue prerogative parlamentari per delegittimare la magistratura e cercare scorciatoie tra libri e tv che ai cittadini "normali" rinviati a giudizio, invece, non sono concesse. Davvero un bell'esempio.

E a tutto questo si devono aggiungere i suoi "traffici" extraparlamentari da cui ricava redditi milionari in palese contrasto etico e morale con l'incarico pubblico da lui ricoperto.

Nonostante tutto ciò Renzi ha il coraggio e la faccia tosta di dire che il reddito di cittadinanza è una follia. 

Va bene, ammettiamo che lo sia. Ma allora, che termine dovremmo utilizzare per il fatto, assurdo e incomprensibile, che Renzi faccia ancora il senatore?