Ancora una volta il colpo di scena targato Erdogan sta penalizzando la Turchia.
Il "sultano" ha deciso per un altro cambio di rotta alla guida della Banca centrale e questo ha spaventato gli investitori e messo in fuga i capitali dal Paese, con la Lira tornata a perdere quota.
A supporto del suo voler esser fedele ai dettami del Corano, che tra le altre cose vieta l’applicazione dei tassi d’interesse ai contratti di debito, Erdogan è allergico ad innalzare il tasso d'interesse del debito pubblico anche perché, secondo lui, ciò farebbe diminuire il peso dell'inflazione.
Una teoria, quella di Erdogan, mai dimostrata finora, e così chi aveva scommesso sul debito pubblico della Turchia ha deciso di farsi da parte quanto prima.
Dal 2013 a oggi il tasso di cambio della lira turca si è svalutato del 300%, passando da 2,3 a quasi 9 sull’euro, con oscillazioni giornaliere anche del 15%.
La Banca centrale turca ha cercato di arginare la fuga di capitali con una politica di riacquisti che però sta mandando in fumo le riserve ufficiali che ad oggi - secondo alcuni - sarebbero ridotte a 10 miliardi di dollari. Se così fosse, la Turchia sarebbe praticamente in braghe di tela!