La Francia restituisce all’Italia il 3-1 a domicilio. Transalpini micidiali sulle palle inattive, a segno con la doppietta di Rabiot e l’autorete di Vicario. Inutile, per la squadra di Spalletti, la rete di Cambiaso. Con questa sconfitta gli Azzurri, già qualificati ai quarti di Nations League, chiudono il raggruppamento al secondo posto proprio alle spalle dei transalpini.

Allora, diciamolo subito. A fine giugno chiunque, probabilmente Luciano Spalletti in primis, avrebbe firmato per sapere di chiudere il girone di Nations League con Francia e Belgio (oltre a Israele) al secondo posto e quindi qualificati ai quarti di finale, figurarci farlo sapendo di avere anche il privilegio di avere dei rimpianti. Ecco, detto questo l'1-3 di San Siro contro la Francia che ha vanificato l'impresa di Parigi ha fatto intravedere dei punti deboli su cui il ct e i suoi ragazzi sanno che dovranno assolutamente migliorare nel percorso di crescita intrapreso brillantemente. Il più importante? Le palle inattive contro.

Nel calcio moderno sempre più veloce, fisico e imprevedibile, la costante statistica è l'incidenza delle palle inattive nell'economia del gioco, sempre e comunque un dato capace di fare la differenza tra il successo di una squadra e il fallimento di un'altra. Una componente fondamentale nel calcio che offre, a chi la sa sfruttare meglio come la Francia in occasione del 3-1 di San Siro contro l'Italia, una scappatoia in più anche quando il controllo del gioco e della sfera racconterebbe tutta un'altra storia. Qui gli Azzurri devono crescere molto, ma come?

Contro la Francia l'Italia ha subito tutti i tre gol da situazione da palla inattiva. Se l'autorete di Vicario propiziata dalla punizione all'incrocio dei pali di Digne è stata una somma di gesto tecnico avversario e sfortuna, sulla doppietta di Rabiot la firma in rosso dei giocatori di Spalletti si è vista tutta. Un gap fisico e di attenzione contro i vicecampioni del mondo che hanno portato l'ex juventino a svettare di testa due volte su due infilando il pallone in porta anche a seguito di schemi tutt'altro che complessi. Palla nell'area piccola in occasione del corner e sul primo palo nel secondo gol del centrocampista; situazioni non lette in anticipo dai marcatori italiani e non contrastate successivamente.

Un problema noto dalle parti di Coverciano nel bel mezzo di una crescita esponenziale che ha accompagnato l'Italia dei tanti volti nuovi dall'Europeo da incubo in Germania alla Nations League da protagonista. Tutte le ultime sei reti nella competizione infatti sono state subite dallo sviluppo di calci da fermo. Detto delle tre prese dalla Francia, anche nel 2-2 casalingo contro il Belgio - che alla fine è costato davvero il primato - i due gol subiti da Donnarumma sono arrivata da calcio di punizione e calcio d'angolo, così come l'ininfluente 1-2 di Israele a Budapest. Tanti grossi indizi che risuonano come un allarme da silenziare al più presto.