Può darsi anche che io stia invecchiando male ma è certo che di fronte a situazioni nebbiose non solo non le comprendo ma addirittura le trovo indisponenti e provocatorie.

Oggi, per esempio, il nostro capo dello Stato, Sergio Mattarella, ed il ministro degli esteri si sono recati in veste ufficiale, e non in forma privata, all’aeroporto di Roma Ciampino per attendere il volo di Stato che aveva a bordo un feretro avvolto dal tricolore.

In quella bara c’era la salma dell’avvocato romano Alessandro Parini, vittima di un attentato terroristico sul lungomare di Tel Aviv mentre era in vacanza con alcuni amici.

Di fronte alle immagini del presidente Mattarella e del ministro degli esteri che si avvicinavano al feretro per un doveroso momento di raccoglimento non ho potuto fare a meno di pormi alcune domande.

1.    Ricordo di aver sempre osservati feretri avvolti nel nostro tricolore che custodivano le salme di militari, sanitari, giornalisti, deceduti però nell’adempimento del loro dovere. Perché mai avvolgere con il tricolore la bara di un turista italiano anche se morto tragicamente durante una vacanza?

2.   Perché fare ricorso ad un volo di Stato, a carico dei contribuenti, per riportare in Italia la bara di un cittadino deceduto non durante una missione pubblica ma in occasione di una vacanza liberamente scelta in un paese a rischio?

3.   A quali obblighi di rappresentanza hanno adempiuto sia il presidente Mattarella che il ministro degli esteri recandosi a Ciampino per accogliere il feretro dell’avvocato Parini? E perché la stessa ufficialità non è stata adottata in occasione del ritorno il Italia delle salme di altri cittadini deceduti all’estero?

Sto lambiccandomi il cervello per trovare risposte credibili a queste domande ma non riesco a trovarle!