Questi i 6 obiettivi principali del nuovo del nuovo Piano nazionale di Contrasto all'Antibiotico resistenza 2022-2025 redatto dal Ministero della Salute e che ora sarà all'esame delle Regioni:
- Rafforzare l'approccio One Health, anche attraverso lo sviluppo di una sorveglianza nazionale coordinata dell'ABR e dell'uso di antibiotici, e prevenire la diffusione dell'ABR nell'ambiente.
- Rafforzare la prevenzione e la sorveglianza delle ICA in ambito ospedaliero e comunitario.
- Promuovere l'uso appropriato degli antibiotici e ridurre la frequenza delle infezioni causate da microrganismi resistenti in ambito umano e animale.
- Promuovere innovazione e ricerca nell'ambito della prevenzione, diagnosi e terapia delle infezioni resistenti agli antibiotici.
- Rafforzare la cooperazione nazionale e la partecipazione dell'Italia alle iniziative internazionali nel contrasto all'ABR.
- Migliorare la consapevolezza della popolazione e promuovere la formazione degli operatori sanitari e ambientali sul contrasto all'ABR.
La finalità del piano è quella di "adattare il confezionamento degli antibiotici alle indicazioni d'uso appropriate, prescriverli attenendosi alle linee guida, implementare le buone pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni e assumere gli antibiotici solo dietro prescrizione medica".
Il perché della necessità di tale piano?
Il fatto che solo in Europa il fenomeno dell'antibiotico resistenza comporta circa 700mila infezioni e 33mila decessi ogni anno a causa dei batteri che ormai risultano resistenti agli antibiotici, senza considerare che l'impatto non si limita alla sola mortalità, dato che è stato stimato che il costo medio di un'infezione da batteri resistenti sia compreso tra gli 8.500 e i 34.000 euro.
In questo scenario l'Italia è poi uno tra i paesi Ue con il più alto consumo di antibiotici sia nel settore umano che in quello animale. Nel settore umano, il consumo medio è di 16,5 dosi giornaliere per 1000 abitanti, pari al 10% in più rispetto alla media europea. Nel settore veterinario le vendite sono più del doppio rispetto alla media europea. Tutto ciò per il Ministero rappresenta una "pandemia silente".
Per queste ragioni il nuovo Piano punta a raggiungere alcuni obiettivi per ridurne il consumo con una
"maggiore integrazione fra il settore umano, veterinario ed ambientale per attuare più completamente l'approccio One Health. Rafforzamento ed estensione delle sorveglianze, maggiore attenzione alle ICA e alle attività preventive, in coordinazione con le iniziative già in atto (ad esempio le vaccinazioni). Sviluppo di nuovi strumenti di supporto all'uso prudente degli antibiotici sia in ambito umano che veterinario, ed una maggiore attenzione agli aspetti bioetici, alla trasparenza e alla comunicazione per favorire la partecipazione attiva di tutti i cittadini".
Qui è possibile scaricare il documento completo:
drive.google.com/file/d/1SCxtDZx6dWe8X6TzFJhya6V0tU2r9Sda/view?usp=sharing