Erano passate da poco le ore 18:00 quando dal camino della Cappella Sistina esce del fumo bianco, a indicare l'elezione del nuovo papa.
Dopo un'ora, dalla loggia delle benedizioni viene annunciato il nome del nuovo pontefice, il cardinale Robert Francis Prevost, arcivescovo e missionario statunitense, dal 30 gennaio 2023 al 21 aprile 2025 prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l'America Latina.
Prevost, 267º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, ha scelto il nome di Papa Leone XIV.
Il nome certamente non è casuale. Leone XIII, Vincenzo Pecci, è passato alla storia per l'enciclica Rerum Novarum, che rappresentò una svolta nella Chiesa cattolica, tanto che gli fu attribuito il nome di "papa dei lavoratori" e di "papa sociale". La Rerum Novarum fu la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia della Chiesa cattolica e formulò quindi i fondamenti della moderna dottrina sociale della Chiesa.
Il cardinale Robert Prevost, 69 anni, è un americano che ha trascorso gran parte della sua carriera come missionario in Perù ed è relativamente sconosciuto sulla scena mondiale.
Nominato cardinale da Papa Francesco nel 2023, ha rilasciato poche interviste ai media e raramente parla in pubblico.
Originario di Chicago, ha attirato l'interesse dei suoi colleghi per il suo stile discreto e il suo sostegno al papato di Francesco durato 12 anni, in particolare per il suo impegno nelle questioni di giustizia sociale.
L'agostiniano Prevost è stato vescovo a Chiclayo, nel nord-ovest del Perù, dal 2015 al 2023. Quell'anno Francesco lo chiamò a Roma per dirigere l'ufficio vaticano incaricato di scegliere quali sacerdoti avrebbero dovuto ricoprire il ruolo di vescovi cattolici in tutto il mondo, il che significa che ha contribuito alla selezione di molti vescovi del mondo.
Durante una conferenza stampa in Vaticano del 2023, Prevost ha affermato: "Il nostro lavoro è quello di allargare la tenda e far sapere a tutti che sono i benvenuti all'interno della Chiesa".
Anche se americano, pertanto, è difficile immaginarlo come papa "trumpiano" e nel suo primo discorso, rivolto ai fedeli in Piazza San Pietro, ha parlato di una chiesa sinodale, una chiesa che cerca la carità, una chiesa che vuole essere vicina a coloro che soffrono.
Trump ha gioito per il primo papa americano, ma ancora deve capire che non sarà un papa che servirà le sue politiche e il fatto che per il suo primo discorso abbia usato l'italiano e lo spagnolo, ma non l'inglese, è difficile non immaginarlo come un messaggio.