L'estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto a luglio di quest'anno il suo valore più basso calcolato sulla base dei dati satellitari raccolti negli ultimi 44 anni, pari ad un 7% in meno al di sotto della media, ben al di sotto del precedente record negativo.

Lo  riporta il Copernicus Climate Change Service nel bollettino di luglio 2022 in cui monitora la quantità di ghiaccio presente nei mari.

L'Oceano Antartico ha visto aree di concentrazione di ghiaccio marino inferiori alla media dai mari di Amundsen e Bellingshausen fino al Mare di Weddell, nonché nella maggior parte del settore dell'Oceano Indiano.

A livello globale, questo del 2022, è uno dei tre mesi di luglio più caldi di sempre, con quasi 0,4 gradi centigradi al di sopra della media per il periodo di riferimento tra il 1991 e il 2020.

Pertanto, l'estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto in media 15,3 milioni di km quadrati, 1,1 milioni (il 7%) al di sotto della media di luglio nel periodo 1991-2020. Dopo i minimi record di giugno, questa è anche la misura più bassa mai registrata tramite le rilevazioni satellitari da 44 anni ad oggi, nettamente inferiore al precedente valore più basso (-5%) registrato a luglio 1986 e a luglio 2017.

La diminuzione dei ghiacci mette a rischio anche le specie animali, con il pinguino imperatore, che rischia l'estinzione nei prossimi 30-40 anni a causa del cambiamento climatico, come fa presente l'Istituto antartico argentino (IAA).

L'imperatore, il pinguino più grande del mondo e una delle sole due specie endemiche dell'Antartide, partorisce durante l'inverno antartico e necessita di ghiaccio marino solido da aprile a dicembre per far crescere i propri pulcini. Se il mare si congela più tardi o si scioglie prematuramente, il pinguino imperatore non può completare il suo ciclo riproduttivo.

"Se l'acqua raggiunge i pinguini appena nati, che non sono pronti per nuotare e non hanno ancora sviluppato un piumaggio impermeabile, muoiono di freddo e annegano", ha ricordato la biologa Marcela Libertelli, che ha studiato 15.000 pinguini in due colonie in Antartide per conto dell'IAA.

E questo è già accaduto nella colonia di Halley Bay nel Mare di Weddell, la seconda colonia di pinguini imperatori più grande, dove per tre anni tutti i pulcini sono morti.