Nella notte, Charles Michel e Ursula von der Leyen hanno comunicato che nel corso del Consiglio europeo è stato raggiunto trai Paesi membri l'accordo per includere nel nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il sesto finora, anche l'embargo sul petrolio russo.

In cosa consiste? Nel vietare l'utilizzo del petrolio russo che arriva in Europa via mare, mentre lo stesso petrolio potrà continuare però ad essere acquistato dai Paesi che sul mare non hanno sbocco (vedi l'Ungheria) e che ricevono il greggio tramite oleodotto.

Secondo il presidente del Consiglio europeo, Michel, la decisione avrà nell'immediato  un impatto negativo del 75% sulle esportazioni del petrolio russo in Europa. Entro la fine dell'anno, tale impatto salirà al 90%.

La misura è stata approvata dopo che Paesi come Ungheria e Slovacchia, senza sbocchi sul mare, hanno ricevuto garanzie di misure di ristoro dall'Ue nel caso di interruzione improvvisa dell'invio di petrolio da parte della Russia.

La presidente della Commissione Ue, inoltre, ha ricordato anche le altre decisioni concordate dai 27 Paesi membri in relazione alla crisi Ucraina, sia in tema di sanzioni che in tema di supporto al Paese. Questo è quanto ha riassunto in una dichiarazione:

"Voglio far notare che anche altri elementi nel pacchetto sono importanti, a partire dal "de-SWIFTing" della Sberbank. La Sberbank è la più grande banca russa, che copre il 37% del settore bancario russo. Quindi è positivo che ora la Sberbank non faccia più parte delle banche che possono effettuare SWIFT. Inoltre, vi è il divieto di assicurazione e riassicurazione delle navi russe da parte delle compagnie dell'UE; il divieto di fornire alle aziende russe un'intera gamma di servizi alle imprese. E, cosa molto importante, c'è la sospensione delle trasmissioni nell'Unione Europea di altri tre organi di stampa statali russi che diffondevano disinformazione.E poi, abbiamo avuto un'ottima discussione anche sull'Ucraina. Qui voglio sottolineare due elementi. È principalmente il sostegno finanziario di cui l'Ucraina ha urgente bisogno adesso. Come sapete, l'Ucraina ha bisogno ormai di circa 5 miliardi di euro al mese per mantenere i servizi di base. Cioè pagare le pensioni, pagare gli stipendi e, come ho detto, i servizi di base necessari. Per questo abbiamo convenuto che da un lato prendiamo atto dell'ottimo risultato del G7 che ha già messo sul tavolo 9,5 miliardi di dollari. Di questi 7,5 miliardi  sono contributi americani e 1 miliardo di euro vie dal G7. Ma pensiamo che, ovviamente, anche l'Unione europea debba portare la sua giusta quota. Pertanto, stiamo lavorando a un meccanismo per avere un pacchetto straordinario di assistenza macrofinanziaria di 9 miliardi di euro, su cui lavoreremo nella prossima settimana.Abbiamo discusso intensamente anche sulla questione della ricostruzione dell'Ucraina. Qui, sappiamo tutti che investiremo; avremo una grande mole di lavoro – colossale, come ha detto il presidente Zelenskyy – per la ricostruzione dell'Ucraina. Penso che sia importante che siamo molto ben organizzati. Pertanto, è stato positivo che potessimo discutere la proposta della Commissione in seno al Consiglio di creare una piattaforma in cui poter incanalare tutte le iniziative internazionali, siano esse dell'OCSE, o del G20, o del FMI, o della Banca mondiale...  Ma bisogna essere chiari, che gli investimenti arriveranno di pari passo con le riforme: amministrazione pubblica, indipendenza della magistratura, lotta alla corruzione, in modo da creare un ambiente favorevole al settore imprenditoriale. In questo caso, è importante stare davvero uniti per dare all'Ucraina un'equa possibilità di risorgere dalle ceneri e di poter davvero fare un balzo in avanti per quanto riguarda sia la ricostruzione che il miglioramento della macchina statale".